“Dai cinghiali ai lupi, dai caprioli alle nutrie, le imprese agricole sono ormai esasperate dai danni economici che subiscono per l’assenza di adeguate contromisure a livello nazionale e regionale” lo dice Coldiretti in una nota del 18 febbraio, in cui auspica l'applicazione di adeguate misure per i danni causati dalla fauna selvatica. A tal proposito Coldiretti cita favorevolmente l'evento “Ambiente, Legalità e Lavoro”, tenutosi alcune settimane fa a Roma, con la partecipazione di Federparchi - Europarc Italia, le Università degli Studi di Milano, Napoli, Pollenzo e Urbino, alcune Associazioni Venatorie e Cncn- Comitato Nazionale Caccia e Natura, con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico.
“L’iniziativa – dice Coldiretti - mira a porre in campo una nuova sinergia tra il mondo ambientalista, agricolo e venatorio, partendo dal presupposto che agricoltura, tutela ambientale e pratiche venatorie non sono in contraddizione, anzi: il rispetto delle leggi vigenti e la conoscenza approfondita delle diverse posizioni consente una collaborazione virtuosa, fatta di confronto e iniziative comuni”. Secondo gli agricoltori occorre “un sistema organico di interventi diretti alla tutela, alla gestione e al controllo delle specie di fauna selvatica presenti sul territorio; alla prevenzione e al risarcimento dei danni; alla pianificazione delle attività faunistico venatorie”.
Coldiretti, inoltre, pone in evidenza il grave fenomeno, in aumento, costituito dall’abbandono del territorio agricolo che va a generare anomala forestazione. "Quando i residenti vanno via dalla campagna, oltre a venir meno il presidio del territorio, si determina un aumento dei selvatici ungulati ed anche dei lupi in alcuni territori. E’ stato quindi tracciato un breve quadro del mutamento dell’agricoltura dal 1950, fino al maggiore incremento della monocoltura cui vengono destinati i terreni, con conseguenti risvolti negativi sul sistema agroalimentare. Alimentazione e agricoltura devono costituire un binomio necessario, utile e quanto mai perfetto".
Quanto richiesto da Coldiretti - sottolinea la Federazione - dovrebbe trovare soluzione nell’ambito dei 5 progetti proposti che affrontano le seguenti tematiche: la salvaguardia dell'orso marsicano, la costruzione del registro nazionale degli ungulati selvatici, l'importanza della biodiversità e la gestione della fauna selvatica, la valorizzazione delle eccellenze alimentari derivanti da pratiche venatorie rispettose della legge, la costruzione di una governance europea in materia faunistica.
"Ciascuna di queste iniziative - sottolinea - avr�ricadute concrete su ambiente, legalità e lavoro: contrasto del bracconaggio, azioni di conservazione della fauna e di prevenzione su incidenti stradali e danni all'agricoltura causati da alcune specie animali, diffusione di sistemi di produzione agroecologici che valorizzino la biodiversità per un uso compatibile delle risorse territoriali, maggiori garanzie in termini di sicurezza alimentare e tutela della salute umana ed animale, valorizzazione delle più efficaci ed efficienti esperienze di governance nei vari Paesi europei in materia di gestione faunistica, creazione di attività produttive in materia alimentare basate su un corretto equilibrio tra uomo e natura".
Secondo Coldiretti "la politica della caccia e quelle attinenti ai danni da fauna selvatica costituiscono interessi comuni e la collaborazione, tra ambientalisti, agricoltori e cacciatori, deve essere un valore aggiunto e condurre alla soluzione definitiva del problema". |