Ritrovare l’orgoglio venatorio nella caccia “colta” e nella capacità di saper parlare alle giovani generazioni
Giovedì 19 febbraio, a Chianciano Terme, si è svolta la premiazione della terza edizione della borsa di studio intitolata a Gianni Pericoli, dirigente dell’Arci Caccia di Chianciano e di quella senense, prematuramente scomparso il 19 febbraio 2012 per un incidente stradale avvenuto al termine delle operazioni di cattura nella zona di ripopolamento della cittadina termale.
Alla presenza del Sindaco, della dirigenza scolastica e del gruppo dirigente dell’Arci Caccia locale, provinciale e regionale, dei familiari di Gianni – la moglie e le sorelle – è avvenuta la premiazione di fronte ad una foltissima platea dei bambini delle classi terze e delle quarte delle scuole elementari Mencarelli e De Amicis e di tanti genitori e dei tantissimi amici di Gianni.
La borsa di studio, messa in palio dal Circolo Arci Caccia di Chianciano, è stata assegnata alle varie classi partecipanti a seguito della valutazione dei lavori eseguiti dai ragazzi dopo aver seguito una serie di lezioni in classe, tenute dal tecnico faunistico dell’Arci Caccia Toscana, ed una uscita durante le catture delle lepri.
Anche quest’anno abbiamo potuto rivedere l’entusiasmo e la felicità dei tanti bambini che hanno partecipato all’iniziativa, segno che le attività legate alla natura ed alla sua conoscenza – di cui la caccia è un aspetto fondamentale – suscitano grande interesse e coinvolgimento.
Negli interventi dei dirigenti dell’Associazione, Gianni è stato ricordato per la sua capacità di trasmettere l’amore per la natura e per l’attività venatoria, non in termini corporativi ed autoreferenziali, ma sapendola veicolare come una attività densa di conoscenza e di significati culturali; Gianni sicuramente pensava che all’animalismo sempre più dominante e portatore di una visione emotiva ed irrazionale non si dovesse rispondere ergendo il muro dell’incomunicabilità ma neanche appiattendosi silentemente ad una cultura che, per essere contrastata, non deve essere assecondata nella sua becera violenza.
L’orgoglio identitario della caccia passa attraverso una rivendicazione colta e motivata di una attività che può essere utile alla conservazione dell’ambiente sapendo riscoprire le sue radici popolari e rifuggendo un elitarismo culturale sterile e dannoso. Per parlare con il mondo occorre ricostruire una propria autonomia culturale che non deve essere mai scambiata per una chiusura all’interno dei propri steccati.
Tutti gli intervenuti si sono dati l’impegno di proseguire negli anni questa bella iniziativa, certamente tra le più importanti e significative dell’Arci Caccia.
Arci Caccia
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