Presentato ad ottobre 2014 come u
n movimento politico in contrapposizione con il Governo Renzi e con i partiti tradizionali, il neonato Partito della Gente, fondato dall'ex presidente Coldiretti Sergio Marini, si rivolge a cacciatori, pescatori, agricoltori, allevatori e artigiani. "Alle persone - spiega in un comunicato Giuseppe Costa, che nel partito ha la delega nazionale su caccia, pesca e ambiente nazionale - che rifiutano di perdere la propria identità ed i propri valori e vogliono riconoscersi secondo la propria cultura rurale".
Rimettere al centro la gestione del territorio. "In quest’ ottica è opportuno rivedere la datata legge 157/92 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e il prelievo venatorio. La normativa ha determinato il passaggio da caccia controllata a caccia programmata, inserendo il cacciatore in ATC (ambiti territoriali caccia , carrozzoni politici) e , CA (comprensori alpini ). E’ indispensabile - spiega Costa - una modifica alla riforma Nazionale, nel rispetto della UE , con adeguamento ai tempi di caccia e regolamenti degli stati membri".
Il partito propone anche "l’ampliamento degli organi tecno-scientifici (Università Regionali )per il monitoraggio delle specie migratorie riguardo i Key Concepts, per quanto riguarda sia i periodi riproduttivi che i periodi di ritorno ai luoghi di nidificazione. L’inserimento di specie cacciabili (presenti in eccesso e che generano danni come lo storno) , lasciando alle regioni la possibilità di regolare con i propri strumenti, nel rispetto delle tradizioni e degli equilibri am-bientali , le cacce in deroga".
La programmazione venatoria, secondo i proponimenti di Costa, deve cambiare: "un calendario venatorio programmato per più anni, improntato a regole e certezze per il cacciatore e per il mondo economico produttivo, che lavora per la caccia". Il partito propone anche di "commisurare la caccia ai potenziali ambientali esprimibili dal territorio, ma anche di migliorarli in armonia con lo svolgimento delle attività agro-silvo-pastorali" e di "risanare il vuoto lasciato dal “sistema politico", per riportare nell’Italia rurale la cultura delle tradizioni popolari, tramandate da generazione in generazione".