A proposito di “notizie” e prese di posizione di Liberacaccia, Enalcaccia e Italcaccia
Finito il Festival di Sanremo è adesso la volta del Festival delle falsità: in quale altro modo si potrebbe etichettare il volantino che con toni terroristici racconta di un accordo di Federcaccia, Arcicaccia ed Anuu con il “nemico” e che fa il paio con la incredibile serie di bugie e sciocchezze contenute nel comunicato a firma congiunta di ANLCLibera caccia, Enalcaccia e Italcaccia?
Mentre in Italia, per fortuna della caccia e dei cacciatori, c’è chi lavora per dare un futuro a questa nostra passione, sopravvive uno sparuto gruppo di giapponesi, rimasti a loro insaputa prigionieri nell’isola che non c’è, privi, sembra, di notizie e di consapevolezza di cosa succede nel mondo reale.
Bene hanno fatto a pubblicare integralmente, in quel volantino diffuso in Toscana , il protocollo di intesa
sottoscritto nazionalmente da Federcaccia, Arcicaccia ed Anuu con Legambiente: se sapessero e avessero voglia di leggere vi troverebbero idee per dare respiro e prospettive alla caccia, rompendo il fronte animalista, sempre più aggressivo e potente (ma loro, i giapponesi di casa nostra non lo sanno e non vedono dall’Isola che non c’è cosa sta succedendo); in questo contesto differenziare e dividere il fronte avversario, aggregare attorno alle nostre idee interlocutori e gente certo diversa dai cacciatori, consente di uscire dall’angolo. La politica dei giapponesi di casa nostra vuol trascinare nel ghetto la caccia. No, non ci stiamo! I cacciatori non seguiranno gli ultimi giapponesi nell’isola che non c’è. Per inciso: l’accordo pubblicato data un anno , ma si sa, le notizie, sull’Isola che non c’è quando arrivano, arrivano in ritardo.
Se si dovesse dare retta a loro ed a quello che propongono nella lettera inviata all’Assessore Salvadori e ripresa dai blog, sarebbe la fine della mobilità, e ognuno sarebbe costretto ad andare a caccia nell’orto di casa propria. Questa sarebbe la conseguenza, come ha chiarito l’Assessore viste le osservazioni del Governo, se si eliminassero i sottoambiti e le regole per accedervi con il versamento delle relative quote di iscrizione ( senza aumento di costi rispetto al passato, giova ripeterlo, per i cacciatori).
Per ottenere delle cose si deve lavorare, tutti i giorni, fare proposte credibili, costruire consenso dentro le
istituzioni; perché gridare come fanno costoro serve a sfogarsi, fare scena in qualche riunione di pochi amici; non solo non porta a nulla, ma fa male alla caccia ed ai cacciatori.
I giapponesi di casa nostra, hanno sempre avuto poco a che vedere con la soluzione dei problemi veri della caccia; la CCT ritiene che i provvedimenti usciti dal Consiglio regionale debbano essere migliorati, non certo per diminuire i controlli ma per consentire che la certezza di risorse ottenuta anche grazie al lavoro svolto dalla Confederazione possa portare risultati importanti per la caccia ed i cacciatori. Costoro non dicono e forse realmente non capiscono, da giapponesi fuori dal mondo reale, che con quelle regole diventa praticamente impossibile amministrare.
Questi sedicenti moralizzatori del costume, che blaterano demagogicamente di controllo della spesa e di corretta amministrazione, poi non resistono alla tentazione e cedono, come poveri bimbi trovati a rubare marmellata, al vizietto della poltrona, con proposte come quella di portare a 20 (dai 10 attuali) i membri dei Comitati degli ATC per poterne far parte: ma come, se ne fanno dieci invece di 19 per ridurre spese e ottimizzare la gestione e poi i flagellatori del presunto malcostume altrui vogliono riservarsi un posticino e qualche prebenda e al diavolo l’incremento dei costi?
Firenze, 24 febbraio 2015
Confederazione Cacciatori Toscani
(Federcaccia – Arcicaccia – ANUU)
|