Rispondono compatti ad una lettera dal sapore animalista i presidenti delle Associazioni venatorie nazionali Gianluca Dall'Olio (Fidc), Paolo Sparvoli (Anlc), Lamberto Cardia (Enalcaccia), Marco Castellani (Anuu) e Osvaldo Veneziano (Arcicaccia) insieme al presidente CNCN Giovanni Ghini.
La lettera è stata inviata ai quotidiani (e pubblicata anche dal periodico l'Espresso). Si intitola “La caccia e i costi per il Paese”, a firmarla è Francesco Mantero (non sarà mica Francesco Maria Mantero, direttore della Riserva Naturale Regionale Monterano?) e paragona l'attività venatoria alla guerra. Parallelo azzardato, visto che, come evidenziano i presidenti nazionali, non si tiene conto di una serie di differenze, non certo da poco, tra i due temi. “A cominciare – scrivono i Presidenti – da quella Costituzionale che vede il nostro Paese rifiutare la guerra ma non la caccia, che è anzi un'attività lecita, normata e anche utile dal punto di vista ambientale, gestionale, sociale, scientifico e, non da ultimo, economico”.
I rappresentanti del mondo venatorio segnalano alcune imprecisioni. A cominciare dal numero delle vittime, prese pari pari dal rapporto dell'Associazione Vittime della caccia: 22 morti. “Le possiamo assicurare – scrivono i firmatari rivolgendosi al direttore del quotidiano Brescia Oggi – che il numero reale per incidenti dovuti alle armi da caccia si ferma sotto i 20, a 18 o 19 in funzione della considerazione che si può fare di una persona deceduta durante attività di bracconaggio. “Sempre troppi, ci potrà rispondere – aggiungono – e con ragione, ma gli incidenti fanno parte purtroppo di qualsiasi attività umana e non per questo la condanniamo all'ignominia”.
La lettera del signor Mantero lascia pensare che i tempi di caccia dettati dai calendari siano stati allungati. “In realtà – spiegano – su ben tre specie e in modo del tutto arbitrario, nascondendosi dietro una supposta ma inesistente richiesta dell'Europa, la stagione è stata chiusa in anticipo. Se un prolungamento c'è stato, si parla di pochi giorni di caccia – 4/5 giorni effettivi – in un numero limitatissimo di Regioni ad altrettanto poche specie che godono di ottima salute, rispondendo non alle voglie dei cacciatori, ma alla normativa vigente e alle evidenze scientifiche, necessarie per prendere decisioni di questo tipo. Infine la missiva de i presidenti ricorda che “alla recente Fiera HIT Show di Vicenza il 15 febbraio si è svolto un importante incontro dal titolo “L'Unione fa l'Ambiente” al quale ha preso parte il sottosegretario del Ministro dell'Ambiente Barbara Degani che ha ribadito come l'iniziativa testimoniasse "che è in corso un cambiamento culturale che deve proseguire (...) Si tratta di un esempio importante per noi, ben vengano iniziative come questa che superano le sterili contrapposizioni frutto di posizioni ideologiche".
“Insomma – chiudono i Presidenti Ghini, Dall'Olio, Sparvoli, Cardia, Castellani, Veneziano - in contesti di confronto, dibattito e apertura i cacciatori ci sono e il loro ruolo è riconosciuto. Anche per questo sinceramente rimandiamo all'estensore della lettera qualsiasi accenno alla guerra, soprattutto in un momento storico dove c'è chi ha annunciato che la guerra la porterà nel centro di Roma. E non si tratta certo di 700.000 cittadini cacciatori".
La lettera di Mantero:
La caccia e i costi per il Paese
Ventidue morti e 66 i feriti di cui 3 bambini "fucilati": questo il bilancio della stagione di caccia appena conclusa nel nostro Paese. Ben oltre duecento morti in un decennio.
Cifre gravi che dovrebbero preoccupare le autorità, così come sono gravi gli impatti di questo "sport" sui nostri ecosistemi e la nostra fauna sempre più devastati dal cemento, dal degrado e degli effetti di un cambio climatico in continua accelerazione.
Nessuna azione segue alla gravità della denuncia: le amministrazioni regionali hanno continuato a prolungare i limiti della stagione venatoria non tenendo conto del parere dei ricercatori nè di quanto tutto ciò venga a costare al cittadino anche in termini di sanzioni imposte dall'Europa.
Dovremmo chiederci quale è il ruolo di questa attività nell'attuale scenario di violenza che riempie ogni aspetto del nostro vivere, anche nelle campagne dove le sparatorie trasformano le giornate in incubi. “La caccia è sempre una forma di guerra” scriveva Goethe e il Duce incoraggiò la caccia per addestrare gli italici combattenti del futuro.
Forse è questa l' essenza del problema: lo stato permanente di guerra contro gli animali oggi, gli uomini domani.
Francesco Mantero