Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato la nuova legge contro i danni della fauna selvatica. Il voto è arrivato nel pomeriggio di mercoledì 25 febbraio: 31 voti favorevoli e 6 contrari (Movimento Cinque stelle). Una serie di modifiche introdotte dall'aula su iniziativa dell'assessore all'Agricoltura, Sonia Ricci, ha provocato la decadenza di numerosi degli emendamenti presentati (in tutto 532, di cui 480 di M5s).
Cosa cambia: definito un complesso sistema di interventi, tra i quali figura - oltre a studi, ricerche e monitoraggi - la "ricomposizione degli squilibri ecologici all'interno delle aree naturali protette regionali". Indirizzi e direttive sono previsti per piani di abbattimento selettivo degli "ungulati cacciabili". Prevista la vendita delle carni degli animali uccisi. La Regione promuoverà il controllo delle specie che, per presenza e densità eccessive, danneggino boschi, sistemi ecologici, agricoltura e assetto idrogeologico. Al fine di una corretta regolamentazione dell'attività faunistico-venatoria, viene istituita una struttura organizzativa della direzione regionale Agricoltura, con il compito di attuare e coordinare il sistema degli interventi disposti dalla legge.
Questa struttura, entro il 30 aprile di ciascun anno, predispone e trasmette alla giunta e alla commissione consiliare competente in materia una relazione sull'attuazione del sistema degli interventi e sui risultati conseguiti nell'anno precedente, evidenziando eventuali difficoltà operative e criticità riferite ai singoli interventi. Scompare, invece, l'Osservatorio faunistico regionale, i cui compiti passeranno alla neonata struttura, che sarà affiancata dal Comitato scientifico per la fauna selvatica, composto dal dg dell'Arsial, da un esperto di ornitologia, un esperto in gestione faunistica, un esperto in tecniche agricole e perizie estimative, un esperto in forestazione e gestione ambientale, un esperto in legislazione venatoria e ambientale e da un esperto in rilevamento, analisi, elaborazione, gestione, diffusione e archiviazione dati.
Saranno sostenute economicamente misure di prevenzione come le recinzioni, le coltivazioni a perdere e il foraggiamento dissuasivo. Aiuti anche per chi si assicura. Potranno essere oggetto di indennizzo le colture, gli animali da reddito,gli impianti di irrigazione, le serre, le opere di protezione dei terreni coltivati e degli allevamenti. Previsto l'indennizzo sia dei danni causati dalla fauna selvatica che di quelli - su proposta di Cristiana Avenali (Per il Lazio) - prodotti dall'attività venatoria.
Soddisfatta l'assessore Ricci per una normativa che va in aiuto degli agricoltori, secondo una direzione di semplificazione amministrativa e snellimento burocratico. "Il testo finale - ha sottolineato Ricci - è stato il frutto di un lavoro di ascolto e di sintesi delle diverse esigenze di agricoltori, ambientalisti, cittadini e imprese, delle organizzazioni agricole e venatorie, degli enti di gestione delle aree naturali e protette, degli amministratori locali". Di una legge che rafforza il comparto agricolo, un passo in avanti e una pagina importante per l'economia regionale hanno parlato i consiglieri intervenuti a favore del testo (Abbruzzese, Righini, Vincenzi e Sabatini). Secondo Silvia Blasi (M5s) si tratta invece di una normativa che non affronta in maniera organica e sistematica la materia, né individua strumenti adeguati per affrontare una "presunta emergenza". Tra le preoccupazioni sollevate dalla consigliera la mancata restrizione delle attività alla fauna di interesse faunistico-venatorio e la commistione di ruoli tra competenze degli uffici che si occupano di agricoltura e di ambiente. |