Federcaccia Lombardia in una nota informa che presenterà ricorso al TAR Brescia contro il Comune di Mantova, che con delibera del proprio Consiglio del 12 gennaio 2015, ha adottato il Regolamento per la Tutela del Benessere degli Animali "con cui, del tutto inopinatamente e senza nessun potere in merito, all’articolo 23 introduce il divieto di caccia su tutto il territorio comunale". L'associazione venatoria contesta anche l’articolo 6 che prevede il divieto di qualsiasi forma di cattura o uccisione di volatili sul territorio comunale.
Oltre al divieto di caccia, sottolinea Fidc Lombardia, vengono introdotte le più disparate restrizioni, come ad esempio per il trasporto dei cani, che sarebbe impossibile da effettuare con furgoni o pick-up ancorché attrezzati proprio per il trasporto degli animali. Federcaccia fa presente che può intervenire unicamente sulle norme che illegittimamente vanno a interdire l’attività venatoria e tutte le attività ad essa connesse, e lo fa indipendentemente dall'effettiva estensione del territorio comunale ancora destinabile all'attività venatoria. L'associazione in tal modo intende difendere il principio per cui la materia venatoria non è competenza dei Comuni. Per le altre disposizioni auspica che altri soggetti portatori di interesse quali le Associazioni degli Agricoltori e degli Allevatori, nonché il mondo della ricerca scientifica (si vieta l'allevamento di animali da pelliccia e per la sperimentazione), si attivino per quanto di loro competenza. Viene inoltre prevista una stretta collaborazione (con contributi) alle associazioni animaliste e zoofile.
Il provvedimento pare sia passato nella distrazione generale, compresa quella di un dirigente venatorio locale, che, segnala Fidc, avrebbe potuto intervenire emendando il testo nel Consiglio Comunale di Mantova o avvisando le associazioni venatorie.