Marco Bassolini, Responsabile nazionale caccia Lega Nord Lega Lombarda, definisce “scarse e imprecise” le risposte ottenute oggi dall'ufficio legislativo del Ministero della Salute all'interrogazione parlamentare di Stefano Borghesi sul divieto a livello nazionale all'utilizzo dei richiami vivi, imposto a dicembre a seguito del contagio di influenza H5N8 in un allevamento veneto.
“L'iniziativa – si limita a sottolineare il Ministero – è coerente al principio espresso dall'articolo 2 bis, lettera d), della decisione della Commissione 734/205/CE e successive modifiche e integrazioni”, che “ai fini della riduzione del rischio di trasmissione dei virus influenzali alla popolazione avicola domestica, dispone che gli Stati membri provvedano affinché, nelle zone del loro territorio, identificate come particolarmente a rischio di introduzione dell'influenza aviaria, vengano vietate le seguenti attività: d) l'uso di volatili degli ordini Anseriformes e Charadriiformes come richiami (Uccelli da richiamo)”.
“Alla luce delle motivazioni sopra rese - si legge ancora nella risposta -, il Ministero della salute ha ritenuto di sospendere, in data 23 dicembre 2014, la deroga al divieto di utilizzo dei succitati richiami vivi, a seguito del focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità (H5N8 HPAI) sopra menzionato, nell'area geografica nella quale è presente la maggiore densità di anatidi svernanti a livello nazionale”. Il ministero poi segnala che la stessa cosa è accaduta in Olanda.
Bassolini contesta alcune parti della risposta ministeriale, segnalando per esempio che la decisione della Commissione si riferiva al virus H5N1, ad alto rischio per la salute umana e non al virus H5N8, mai scoperto negli esseri umani. “In un paese democratico riteniamo che, un ministro ed i suoi funzionari prima di emettere un provvedimento autoritario che oltre ad essere di pura matrice anticaccia risulta fuori dubbio abnorme ed ingiustificato quanto vessatorio nei confronti dei cittadini-cacciatori proprio perché vieta l’utilizzo dei richiami vivi su tutto il territorio nazionale, avrebbe quantomeno valutato e concertato opportunamente le soluzioni ad un tavolo tecnico con tutte le associazioni di categoria”.
"Per far capire come l’accanimento contro i cacciatori sia ormai chiaro quanto subdolo ci permettiamo semplicemente di ricordare a chi si è permesso di vietare senza sapere, che le anatre da richiamo non hanno nessuna possibilità di entrare a contatto con allevamenti intensivi, mentre la trasmissione del virus è possibile anche tramite passeri, storni, piccioni e tortore dal collare ormai presenti in tutti gli allevamenti, peccato però che la misura di protezione con reti antipassero non è in atto né sorvegliata come si dovrebbe".
"Per dovere di cronaca - continua Bassolini - è bene ricordare che in Olanda, seconda nazione d’Europa dopo la Francia con la più alta concentrazione di allevamenti di polli e dove i focolai accertati sono almeno tre, la caccia è oggi vietata solo nella zona di sorveglianza entro i 10 km dagli allevamenti infetti, mentre come dichiarato dallo stesso Ministro olandese dell’agricoltura Sharon Dijksma il 9 dicembre, nelle altre regioni il divieto di caccia è stato revocato"