In una nota il responsabile nazionale caccia Lega Nord, Marco Bassolini, contesta i subemendamenti in tema di appostamenti fissi da caccia, proposti da Pd, Sel, Fi, M5S, all'emendamento del relatore Stefano Vaccari (40.100) al ddl collegato ambientale, attualmente all'esame della Commissione ambiente del Senato, il quale propone modifiche restrittive alla legge 157/92 sulla realizzazione di appostamenti di caccia.
"La Lega Nord con il senatore Paolo Arrigoni - fa presente Bassolini - , è l’unico partito che ha presentato emendamenti in difesa dell’attività venatoria, ma questo a parte la delusione di vederci ancora una volta soli non ci fermerà sicuramente nel far sentire le nostre ragioni sia in commissione che in aula”. “La nostra richiesta semplice quanto condivisibile – spiega il rappresentante della Lega Nord - si limita semplicemente a chiedere di lasciare agli amministratori locali la responsabilità di valutare le condizioni di impatto ambientale dell’appostamento esaminando lo stato di fatto dei luoghi e soprattutto l’utilità della struttura “Capanno” prendendo atto anche del ruolo sociale e gratuito che svolgono i cacciatori durante tutto l’anno in termini di tutela ambientale”.
“I cacciatori da appostamento fisso – sostiene Bassolini - sono direttamente coinvolti nella gestione degli ambienti, con un risultato di beneficio per la comunità pertanto ne consegue che qualsiasi intervento che penalizzi l’attività di caccia radicata nel territorio, si tradurrebbe in un abbandono delle attività di manutenzione e conservazione, perdendosi così il beneficio”. “Detto questo – continua Bassolini - e considerato che annualmente per un’autorizzazione temporanea che legittimi la costruzione di un appostamento fisso di caccia viene pagata una tassa di concessione regionale, che i materiali da impiegare per la costruzione dei capanni fissi e le dimensioni sono già ad oggi ben regolamentati nelle leggi regionali, dai regolamenti provinciali e locali che entrano di fatto nel merito ed in considerazione della morfologia dei territori e all’utilizzo, inopportuno e fortemente penalizzante sarebbe inserire una restrizione entrando in meriti prettamente urbanistici senza considerare lo stato di fatto dei luoghi e soprattutto il ruolo che svolgono i cacciatori per la tutela dell’ambiente”.