Si erano appellati al Consiglio di Stato per ottenere un ribaltamento di giudizio rispetto a quanto deciso dal Tar Emilia Romagna, che non aveva trovato nulla da obbiettare sul piano di contenimento dei daini nella Pineta di Classe. Ma è un'altra sconfitta per gli animalisti (Associazione Vittime della Caccia, Earth e Animal Liberation), quella sancita dall'Ordinanza del CdS di giovedì scorso. I Giudici, viste tutte le evidenze del caso, altro non hanno potuto fare che confermare la decisione dei loro colleghi, nonostante la concessione dello stop cautelare a fine febbraio, che di fatto ha fermato abbattimenti.
“Non trovano riscontro le eccezioni procedurali rivolte al provvedimento impugnato soprattutto in ragione della certa competenza della Provincia a disporre nella materia e con riferimento alle zone interessate” scrivono i giudici di Roma, aggiungendo che “sul piano sostanziale il provvedimento appare motivato e pienamente sostenuto dagli enti che hanno concorso alla istruttoria quali l’ Ente Parco per il Delta del PO e ISPRA anche con l’ultima nota depositata in giudizio”. “Non risulta dimostrata - si legge ancora nelle motivazioni dell'ordinanza - la applicabilità e la efficacia nella situazione data delle misure alternative proposte che potranno tuttavia utilmente essere prese in considerazione per risolvere i non secondari problemi che l’intervento programmato lascia aperti” e infine osserva che “il sopravvenire della scadenza del prossimo 15 marzo come necessario termine per lo svolgimento dell’attività venatoria vanificherebbe del tutto le finalità di interesse pubblico che si intendono perseguire".
Rigettando l'appello, il Consiglio di Stato conferma il giudizio del Tar, che ricordiamo, ha condannato gli animalisti al pagamento di 4 mila euro da suddividere tra Provincia e la Cooperativa agricola braccianti di Cervia, che si era costituita in giudizio per i danni subiti. Gli animalisti, come si chiarisce nelle motivazioni, in particolare sostenevano l'inopportunità dell'affidamento dei prelievi ai cacciatori e richiamavano al dovere di utilizzare mezzi incruenti, come la sterilizzazione degli animali. Secondo le associazioni il Piano non avrebbe dovuto essere approvato dall'ufficio caccia ma dal Parco o dall'Atc. Tutte obiezioni che non hanno trovato alcun fondamento.
La vicenda purtroppo è da mesi al centro di aspre polemiche, sfociate - anche a causa dei continui sit-in animalisti non propriamente pacifici - in episodi di vandalismo. Diverse altane sono state abbattute e si è arrivati addirittura alle mani in uno dei tanti diverbi scoppiati tra animalisti e cacciatori. Proteste che non accennano a finire. La Provincia ha autorizzato i prelievi fino al 15 marzo e fino a quella data gli animalisti torneranno a dare fastidio ai cacciatori. Torna a protestare anche Eleonora Shonwald, la ricca proprietaria terriera di origine tedesca che si era offerta di comprare tutti i daini per tenerli nella propria tenuta recintata (impossibile cederli visto che la fauna è per legge patrimonio indisponibile dello Stato). "L'Italia è troppo corrotta - ha dichiarato al Corriere di Romagna -. Ora mi rivolgerò al Tribunale dell'Unione Europea, là sono più corretti. Inoltre, farò partire anche un'altra causa. Non mi arredo".
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