Coldiretti Abruzzo ha presentato una proposta all'assessorato regionale all'Agricoltura, per agire in maniera incisiva sull'emergenza cinghiali, piaga per l'economia agricola della regione che continua ad essere sottovalutata. Queste le proposte che Coldiretti propone per la legislazione nazionale: prevedere una quota massima del 5% (e non del 30%, come adesso) del territorio agro-silvo-pastorale da destinare alle aree di ripopolamento e cattura in mancanza di parchi e del 20-30% in presenza di aree protette; prevedere indennità per i proprietari o conduttori dei terreni inclusi nel piano faunistico regionale ai fini della gestione della caccia; ampliare i periodi e le giornate di caccia relativamente ad alcune specie (in primis il cinghiale) qualora ci sia squilibrio tra fauna e flora; garantire una gestione dei Parchi che valorizzi l’attività agricola.
Alla Regione invece è chiesto di: revocare la delega attribuita alle Province per riportarla alla Regione istituendo un unico ufficio; prevedere il risarcimento del 100% dei danni arrecati da tutta la fauna selvatica (e non come ora del 24%, e solo per i cinghiali); istituire l’osservatorio faunistico regionale; eliminare le aree di ripopolamento faunistico: la legge nazionale prevede infatti che non si possa superare il 30% di territorio protetto finalizzandolo alla tutela della fauna: per cui, essendo in Abruzzo la superficie a Parco del 33%, tutto ciò che è in eccesso è nei fatti illegale; ridurre le aree non vocate alla fauna selvatica; maggiore coinvolgimento del mondo agricolo nelle attività di controllo e gestione della fauna selvatica; creazione di una filiera della carne di cinghiale per trasformare il problema in una grande opportunità.