Ricca di contenuti è stata la Conferenza Regionale promossa dall’ARCI Caccia sul tema della gestione della fauna e sul prelievo venatorio in Piemonte, svoltasi sabato 7 marzo nel salone della Provincia di Alessandria. Grande è stata la rappresentanza dell’Associazione, con delegati provenienti da tutte le provincie ed una altamente qualificata presenza di rappresentanti delle istituzioni regionali e nazionali.
I lavori hanno preso l’avvio con una relazione di Mario Bruciamacchie, Presidente Onorario Regionale dell’ARCI Caccia, il quale ha posto al dibattito i temi della valorizzazione del patrimonio faunistico regionale – uno dei più ricchi d’Italia -, di come può essere gestito nell’interesse di tutta la comunità consentendo un esercizio venatorio programmato, e di come questa ricchezza possa avere ricadute positive sul piano economico.
La forte crescita numerica di cinghiali e caprioli e di altri ungulati pone con forza il problema della loro corretta gestione, in quanto il loro impatto sull’ambiente e soprattutto sulle coltivazioni agricole è molto pesante, e provoca danni elevati che intaccano i redditi degli agricoltori.
È urgente mettere in atto pratiche efficaci di prevenzione e contenimento numerico di queste specie, ed il prelievo venatorio programmato è utile ed indispensabile alla salvaguardia delle produzioni agricole.
La carne della selvaggina ungulata può diventare una risorsa economica interessante attraverso la realizzazione di una filiera che consenta la commercializzazione ed il consumo alimentare di questa carne altamente pregiata.
Si è evidenziata la crisi che attraversano alcune specie di fauna come lepri, fagiani, starne ecc…
Le proposte dell’ARCI Caccia sono molto precise. Occorre che le Zone di Ripopolamento e Cattura siano luogo di produzione di queste specie per dare autosufficienza ad ogni ATC e CA, per ripopolare i loro territori di caccia programmata ponendo fine ai ripopolamenti effettuati con animali di allevamento, buoni solo per alimentare volpi e corvidi, sprecando i soldi dei cacciatori e dequalificando l’attività venatoria. È ora di dire basta a questa pratica scellerata.
Si è chiesto all’Assessore Regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca Giorgio Ferrero – presente alla conferenza ed intervenuto nel dibattito – di promuovere specifici progetti in accordo con le Provincie, gli ATC ed i CA, impegnando tecnici competenti e mobilitando risorse economiche regionali ed europee.
Possono essere progetti di grande significato, capaci di valorizzare l’ambiente ed il territorio, di sostenere l’impresa agricola, di consentire una compatibile presenza di fauna ed un esercizio venatorio ecocompatibile.
Punto dolente è la mancanza di una legge regionale in materia di protezione faunistica e per l’esercizio venatorio, dopo che in modo stolto è stata abolita la Legge Regionale 70/96. Senza legge regionale si è sempre esposti a continui ricorsi al TAR e ad invalidamento delle delibere regionali.
L’ARCI Caccia, assieme alle altre Associazioni venatorie, ha avanzato delle precise proposte di contenuto; ora si attende che l’Assessore, la Giunta ed il Consiglio Regionale operino rapidamente.
Anche il ruolo degli ATC e dei CA è stato esaminato, evidenziando come purtroppo molti non stiano operando bene.
Quasi nulle sono le capacità programmatiche e progettuali; la partecipazione ed il confronto con gli agricoltori ed i cacciatori non sono promossi, l’informazione è a quota zero. Si limitano, questi istituti, a distribuire i tesserini regionali, a fare pagare le quote di accesso all’Ambito di caccia, a comprare fauna di allevamento. Se non cambiano il loro modo di operare, vanno verso una crisi profonda.
Secondo l’ARCI Caccia invece, gli ATC e i CA vanno rilanciati come istanze capaci di gestire i loro territori dal punto di vista ambientale e faunistico, mettendo a dirigerli persone qualificate e non personaggi che garantiscono al più pacchetti di tessere associative.
C’è da approvare il Piano Faunistico Venatorio Regionale; da discutere nel merito il nuovo Calendario Venatorio; da esaminare come si gestisce la tipica fauna alpina ecc…
L’ARCI Caccia presenterà a giorni precise proposte alla Regione, comprensive di azioni utili a contenere le specie predatorie in forte espansione come le volpi, ormai anch’esse quasi urbanizzate, e i corvidi, che colpiscono in modo particolare la piccola fauna.
Parte da questa conferenza un’offensiva fatta di proposte alla Regione, alle Provincie, agli ATC ed ai CA, affinché le cose cambino in meglio. Parte anche una grande iniziativa di confronto con il mondo agricolo, nostro primo alleato, con il mondo scientifico, con le altre Associazioni venatorie ed il mondo ambientalista non anticaccia.
Intendiamo parlare alla società tutta, per fare comprendere che la gestione della fauna, fatta in modo serio, rende possibile l’esercizio della caccia come passione e attività utile a salvaguardare l’ambiente, le coltivazioni agricole e a ristabilire equilibri ormai alterati tra le specie.
Alla conferenza hanno portato il loro contributo di riflessione, di idee e proposte l’Assessore Regionale Ferrero, i Consiglieri Regionali Ravetti e Ottria, i parlamentari Borioli e Fornaro, il dirigente della Provincia Dott. Coffano, il Dott. Castellano della Confagricoltura e, cosa oltremodo gradita ed importante, l’Onorevole Enrico Morando, Viceministro all’Economia del Governo Renzi.
Nel dibattito sono intervenuti dirigenti provinciali, nonché l’Onorevole Lino Rava, già Assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Provincia di Alessandria, il Dott. Sorrentino – Vicepresidente nazionale – e Osvaldo Veneziano, Presidente nazionale dell’ARCI Caccia.
L’assemblea, inoltre, ha provveduto a rinnovare le cariche dell’Associazione eleggendo Lino Rava come Presidente Regionale e una presidenza composta da Mario Bruciamacchie, Giovanni Ansicche, Remo Calcagno, Ezio Cardinale.
Arci Caccia Piemonte