La politica ambientale italiana sta ancora arrancando sul binario morto dell’allarmismo sociale e del terrorismo mediatico, senza che si registrino quelle aperture che qualcuno ancora pensava di ottenere. Purtroppo, la lodevole iniziativa del Sen. Antonio Milo, che il Sen Stefano Vaccari ha ritenuto di introdurre nel testo tre del suo emendamento, è oggetto in queste ore di una feroce campagna propagandistica che non è incentrata nel merito del provvedimento ma che fa leva sul sensazionalismo e sui luoghi comuni tanto cari alle frange più estremiste dell’animalismo che possono contare anche su alcuni parlamentari italiani.
I sub emendamenti proposti, che stanno suscitando tanto livore, hanno lo scopo civilissimo e profondamente etico di riproporzionare la pena al reato commesso. Tutto qui.
Affermare, come stanno facendo i più scalmanati avversari di Milo e Vaccari, che si sta tentando di introdurre delle norme in difesa del bracconaggio, non solo è spudoratamente falso ma anche ridicolo. Ammesso che si trovi la voglia e la necessaria umiltà per andarsi a leggere la famosa o famigerata legge 157/92 che, vale la pena ricordarlo, in 23 anni ha subito solo una manciata di modifiche, peraltro del tutto insignificanti.
I due coraggiosi Senatori, ai quali i cacciatori che si riconoscono nelle associazioni aderenti al Gruppo Alternativo confermano tutta la loro stima e solidarietà, hanno, in realtà un intento assolutamente legittimo e condivisibile. Non è più tollerabile, infatti, che il malaugurato abbattimento di un fringuello venga punito penalmente quasi alla stregua di un omicidio colposo!
Nessuno vuole liberalizzare selvaggiamente la caccia, specialmente alle specie protette. Si chiede soltanto di sostituire un assurdo reato penale con una pesantissima sanzione amministrativa che ha un alto potere deterrente.
I cacciatori del Gruppo Alternativo confermano il loro sostegno ai due senatori e alla loro iniziativa.
In particolare sono solidali con il senatore Stefano Vaccari che nelle ultime ore è stato oggetto di pressioni e polemiche da parte del mondo ambientalista e di taluni Senatori che strumentalmente non vogliono rendersi conto della sproporzione della pena prevista dall'articolo 30 della 157/92.
Allo stesso modo, si dichiarano a fianco del Sen. Antonio Milo che da sempre si è reso disponibile ad aiutare il mondo venatorio in quanto riconosce nella sua storia e nelle grandi tradizioni di cui è portatore, l'espressione di un grande valore culturale e umano da salvaguardare con grande attenzione.
Attraverso la coerenza e il coraggio di questi parlamentari, il mondo venatorio italiano, anche quello che ha incautamente stipulato improbabili alleanze con l’ambientalismo, spera che si concretizzi finalmente l'impegno profuso per anni in questa battaglia di giustizia a favore di un mondo serio, fatto di persone dalla fedina penale immacolata che, del tutto immotivatamente e solo per personali convincimenti ideologici, è quotidianamente offeso e denigrato da tanti pseudo ambientalisti.
L’UFFICIO STAMPA