La Terza commissione consiliare dell'Umbria ha dato parere favorevole a maggioranza alle modifiche del regolamento sulla caccia al cinghiale, invitando la Giunta regionale (era presente l'assessore Fernanda Cecchini) a riconsiderare alcuni aspetti dirimenti della materia. La Commissione, presieduta da Massimo Buconi, ha insistito particolarmente sulla prevenzione dei danni causati dai cinghiali, ad esempio con il “Piano di prevenzione danni” da stilare entro il mese di febbraio, elaborandolo sui dati dell'anno precedente, che è inserito nel Piano di gestione previsto dall'articolo 12.
La Commissione ha chiesto di riconsiderare alcune questioni: adeguamento dei regolamenti interni degli Atc per la gestione della specie cinghiale al presente regolamento; non obbligatorietà dell'assegnazione annuale dei settori; possibilità per gli Atc di valutare, per esigenze di efficacia gestionale, limitate battute congiunte il giovedì (gli altri giorni consentiti sono sabato e domenica, ndr.); prevedere solo la forma di caccia in battuta (squadre) o “alla cerca” (singolo, anche con l'ausilio di un solo cane)”.
“Per quanto riferito ai criteri per l'assegnazione dei settori alle squadre, la Giunta “preveda che gli Atc tengano conto delle assegnazioni esistenti. Circa quanto previsto sui sistemi di assegnazione, si ritiene opportuno fissare dei criteri con un meccanismo meno rigido di quello previsto, a punti, al fine di consentire agli Atc di poter effettuare una valutazione complessiva sull'operato delle squadre”, vale a dire sulla base della “consistenza, media dei partecipanti alle battute, quantità di battute effettuate, abbattimenti conseguiti, vocazionalità del territorio e valutazione dei danni nel distretto e nei settori assegnati”.
Infine, la Commissione suggerisce di “valutare anche con diverso, apposito atto di reintrodurre la moratoria circa l'iscrizione di nuove squadre”, quindi di “valutare di non prevedere la 'caccia all'aspetto', rinviando semmai ad altro, specifico regolamento”.
Per dichiarazione di voto, il capogruppo di Forza Italia Raffaele Nevi ha spiegato le contrarietà all'atto: “sarebbe stato necessario – ha detto - un piano organico per un settore che è abbandonato a sé stesso, con i danni che aumentano e nei confronti dei quali si dà una risposta troppo piccola per quello che invece è un grande problema”.
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