Come ben sappiamo, in diverse zone della Francia i cacciatori continuano tranquillamente ad andare a caccia ai tordi ben oltre il 31 di gennaio. E questo, a quanto pare, senza violare alcun punto della Direttiva Europea. All'Italia invece, che come la Francia utilizza i dati effettivi sull'inizio delle migrazioni, cosa prevista dalla stessa Direttiva, è stato contestato il mancato rispetto dei Key Concepts della guida interpretativa, documento ormai datato e non vincolante. Dato che l'Italia (il caso è particolarmente evidente per la Sardegna e per l'arcipelago Toscano) ha in comune lo stesso areale di svernamento rispetto alla Corsica e che a quanto risulta la Commissione Europea ha aperto solo contro l'Italia una procedura di pre-infrazione (a cui il solerte Galletti ha risposto chiudendo d'imperio la caccia in anticipo al 20 gennaio, senza argomentare le decisioni delle Regioni), la domanda sorge spontanea: perché sotto il mirino della Commissione Ue ci siamo finiti solo noi?
Se lo è chiesto anche l'Atc 8 di Grosseto, che, tramite l'Avv. Bruni del foro di Firenze, ha pensato bene di andare a fondo della questione. Come? Denunciando la Francia alla Commissione europea. La denuncia, rivolta oltre che alla Commissione Europea, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed al Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, chiaramente serve a mettere in evidenza questa grande contraddizione. Contestando la violazione dell’art. 7, paragrafo 4, Direttiva 2009/147/CE da parte della Francia, dove la caccia alla beccaccia, tordo bottaccio e cesena è consentita fino al 20 febbraio, si cerca strategicamente di mettere in evidenza come le Regioni italiane siano state ingiustamente penalizzate dalla chiusura imposta al 20 gennaio. Una mossa sicuramente coraggiosa, che metterà la Commissione nella condizione di ammettere l'opportunità reale e inappuntabile, di utilizzare i dati scientifici per spostare le date di prelievo decise dai Key Concepts. O, per assurdo, potrebbe determinare l'apertura di un'analoga procedura nei confronti della Francia.
Contestualmente in questi giorni è stato anche depositato uffcialmente il ricorso al TAR del Lazio (firmato Anuu, Arcicaccia, Fidc, Enalcaccia) contro le determinazioni assunte dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui sono stati d’imperio modificati i calendari venatori 2014/2015 di alcune Regioni vietando (in modo del tutto irragionevole) la caccia alle specie beccaccia, tordo bottaccio e cesena. Sappiamo da un recente comunicato che la Regione Umbria insieme ad altre cinque Regioni ha deciso di affiancare le associazioni venatorie nell'impugnare la delibera del Consiglio dei Ministri.
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