La riuscita manifestazione di Dusseldorf (15 mila persone per un evento di carattere “regionale” non sono certo poche), ha raccolto consensi in tutta Europa. L'indignazione dei cacciatori si deve ad un progetto di legge, presentato nel landern della Renania settentrionale Westfalia, dal leader dei verdi Johannes Remmel, che vorrebbe imporre pesanti limitazioni alla gestione venatoria.
A quanto pare nessuno, tranne appunto i Verdi, nella regione vuole davvero la legge Remmel. E la manifestazione ha ottenuto realmente qualcosa, dato che il più grande partito di governo, la SPD, ha annunciato nuove modifiche. Il parlamentare SPD, Jochen Ott, ha parlato di correzioni necessarie, in particolare sulla prevista riduzione dell'elenco delle specie cacciabili e sul ripristino proposto dell'imposta caccia. Insomma si farà di tutto per non scontentare i cacciatori. E' opinione diffusa in Germania, che le posizioni dei Verdi siano in netta minoranza. Tanto è vero che ai 15 mila cacciatori in piazza, si contrapponevano, in una contromanifestazione, non più di 30 personaggi anticaccia.
Oltre all'intervento alla lista delle specie cacciabili, la legge prevedeva prove di tiro annuali e l'obbligo di utilizzare munizioni senza piombo, norma in contrasto con le leggi del governo federale, il divieto di alimentare selvatici anche in momenti di emergenza, e, cosa strana per i nostri parametri, di uccidere i gatti randagi. I gatti infatti sono considerati un fattore di squilibrio per la sopravvivenza di diverse specie di uccelli. Basti considerare che in Nord Renania Westfalia, nel 2013 sono stati abbattuti qualcosa come 7.595 gatti. I Verdi chiedevano anche divieti per volpi e corvidi. Cosa che per i cacciatori porterebbe ad un calo notevole degli uccelli che nidificano a terra. I cacciatori hanno visto queste misure come un incauto tentativo di annientare la loro categoria. Il che si pone in contrasto con la progettazione della strategia governativa per la tutela della biodiversità, che vede coinvolti i cacciatori in prima linea.