Riceviamo e pubblichiamo:
Non basta ripetere come un disco rotto bugie perché queste divengano realtà, ma chi le dice è facile si convinca del contrario
È quello che evidentemente è accaduto al cosiddetto “gruppo alternativo” che continua a tempestare di comunicati e manifestini i cacciatori. Di sicuro in una cosa crede fortemente: che per una manciata di tessere in più valga la pena provare.
Così, tutti tesi a promuovere la campagna tesseramento iniziata quest’anno addirittura prima ancora che finisse la stagione di caccia, le capofila di questa operazione propagandistica continuano a proporre stralci di comunicati stampa di Legambiente su specie e tempi di prelievo o su qualsivoglia altro argomento riguardi la caccia, lasciando intendere che Federcaccia, ANUUMigratoristi e Arci Caccia concordino con quelle posizioni, il tutto sempre per tramite dell’accordo firmato un anno orsono con la stessa associazione e che qualcuno ha fatto finta di scoprire solo da pochi mesi, malgrado fosse stato ampiamente comunicato pubblicamente e non certo tenuto nascosto.
Un documento che autoconvintisi di quel che dicono, o forse che i cacciatori non sappiano leggere, allegano per dare sostegno alla loro propaganda.
Peccato che in quel protocollo, anche con la più sfrenata fantasia o cattiva fede, nulla si possa leggere di accordi su riduzione di calendari, interventi sulla caccia alla migratoria ed eliminazione dei richiami vivi.
E visto che ci fanno la cortesia di allegarlo vi invitiamo una buona volta, se ancora non lo avete fatto, a leggerlo e a dirci dove si parla di quel che Confavi &C denunciano e paventano con scopi non solo legati al tesseramento, ma almeno per qualcuno anche elettoralistici.
Nel frattempo però, vi ricordiamo che la risposta alle farneticazioni messe in circolazione ad arte, Federcaccia l’ha data concretamente: all’invito del Ministro Galletti alle Regioni di accorciare i tempi di prelievo di tordo bottaccio, cesena e beccaccia, tre specie che sono in buono stato di conservazione (Birdlife International), ha fornito agli Assessorati competenti dati tecnico scientifici per opporsi, così come fa da anni impegnando tempo, uomini e risorse economiche.
O a qualcuno bisogna ricordare che gli indirizzi seguiti oggi dalle Regioni nella stesura dei calendari discostandosi dalle indicazioni Ispra sono quelle indicate dall’Ufficio Avifauna Migratoria di FIdC già nel 2010, nel tempo accolto da tutte le AAVV oltre che dalle Regioni stesse?
Così, coerentemente, Federcaccia ha condannato nelle primissime ore successive, l’inconcepibile e immotivata decisione del Consiglio dei Ministri, contro il quale ha poi presentato un ricorso dettagliato e incisivo, affiancata da Arci Caccia, ANUUMigratoristi ed Enalcaccia, oltre che da alcuni cittadini cacciatori residenti nelle regioni interessate. Un ricorso che le stesse Regioni affiancheranno ad adiuvandum.
Il tutto dissociandosi apertamente e senza alcuna remora dalla posizione di Legambiente sui calendari venatori e sulle specie oggetto di prelievo.
Per completare il quadro fra chi fa e chi macina vento, ricordiamo infine che sono state Federcaccia e ANUUMigratoristi, sia a livello nazionale che regionale, a ricorrere contro la delibera della Presidenza del Consiglio dei Ministri di annullamento della DGR Lombardia n. X/1985 dello scorso giugno per il rifornimento dei richiami vivi ottenendo una pronuncia che consentirà alla Regione stessa di assumere la delibera di attivazione degli impianti di cattura per la prossima stagione, una volta acquisito il parere dell’ISPRA, fosse pure negativo.
Il tutto mentre gli altri erano evidentemente impegnati a girare la manovella del ciclostile…
Roma, 24 marzo 2015
Federazione Italiana della Caccia