La Federcaccia, l’ANUU Migartoristi e la Libera Caccia della Lombardia hanno notificato al Comune di Mantova ricorso al TAR Brescia per l’annullamento del Regolamento per la Tutela del Benessere degli animali. Infatti, sebbene la Giunta abbia già dichiarato la volontà di abrogare l’art. 23 che prevedeva il divieto generale di caccia, la competenza di tale atto è unicamente del Consiglio Comunale che aveva approvato il regolamento. Il Consiglio è convocato per il 30 marzo prossimo e pertanto, in vista della scadenza dei termini per impugnare il provvedimento, è stato notificato il ricorso.
Peraltro oggetto del ricorso non è soltanto il divieto generale di caccia, da ritenersi addirittura nullo, ma anche altre norme che Federcaccia e Anuu già avevano contestato con un esposto al Prefetto di Mantova. nnanzitutto le norme per la detenzione dei cani e il loro trasporto, nonchè il divieto generale di caudotomia (anche a scopo terapeutico/preventivo) paiono illegittime e lesive degli interessi dei cacciatori. Così come lesive dell’attività venatoria sono le norme sulla detenzione dei volatili che si applicherebbero anche all’allevamento e alla detenzione dei richiami vivi, materia questa di competenza esclusiva della Regione. Anche le sanzioni introdotte dal Regolamento sono in gran parte illegittime: in particolare non pare che il Comune possa prevedere in via generale il divieto di detenzione di animali nei confronti di talune categorie di cittadini.
A forte rischio anche altre attività: dalla ristorazione all’allevamento sino alle esposizioni canine, ma le associazioni venatorie sono legittimate unicamente ad intervenire per la tutela del preciso interesse dei cacciatori e ulteriori motivi di ricorso non verrebbero tenuti in considerazione dal Giudice Amministrativo.
Le Associazioni ricorrenti auspicano che il Consiglio Comunale elimini tutti i profili di illegittimità sollevati in ricorso: in tal caso infatti non sarà radicato il procedimento e il ricorso potrà essere rinunciato senza costi per la Pubblica Amministrazione.
E’ chiaro che tale situazione si sarebbe evitata se il Comune, anzichè lasciarsi ammaliare da alcune sirene, si fosse confrontato con tutte le componenti sociali interessate dal regolamento (giusto per citarne alcuni: i cacciatori, gli agricoltori, gli allevatori, i pescatori, i ristoratori).
Segreteria FIDC Lombardia