"Anche nel 2015 il progetto proseguirà con difficoltà economiche legate ad una riduzione del finanziamento. Però ci rendiamo conto di non poter abbandonare il campo e facciamo quindi appello a tutte le pubbliche amministrazioni di farsi carico con noi del problema e di essere operativamente al nostro fianco”. Così Sergio Sorrentino, vice presidente nazionale dell’Arci Caccia e presidente dell’Ambito Territoriale di Caccia di Napoli, che da due anni ormai si occupa del progetto “Sos Gabbiani”, che gestisce l’emergenza dettata dalla presenza sempre più numerosa dei gabbiani nelle città e nell’entroterra.
“Nelle nostre città – scrive Sergio Sorrentino nella presentazione della pubblicazione che tratta del progetto – si sono aperte nuovi e sterminati spazi di ospitalità dove i gabbiani, da aprile fino a luglio, si possono insediare, nidificare e offrire tanta prole alla comunità. E’ la natura che fa il suo corso. Resta il fatto però i gabbiani, che sono pur sempre predatori e di una certa dimensione difendono il nido con aggressività e così donne e uomini, non per loro colpa si trovano, sempre più spesso, sul balcone di casa a coabitare con un inquilino irascibile e a volte pure pericoloso. Per questo l’Atc, in tutte le sue rappresentanze, ha deciso di offrire un servizio di assistenza, il primo in Italia, alle persone coinvolte in problemi di convivenza con i gabbiani”.
E in molti si sono rivolti all’Atc, a Fabio Procaccini, vicepresidente dell’Atc e delegato della Lipu, coordinatore del progetto “Sos Gabbiani”, agli ornitologi Davide Zeccolella e Marco Dinetti e a tanti altri tecnici e collaboratori dell’Atc per chiedere “consigli e soluzioni compatibili con le esigenze etiche e rispettose delle normative a tutela dei gabbiani e dei loro nidi”. Decine e decine di richieste non solo a Napoli e in Campania e non solo da privati cittadini ma anche da Istituzioni pubbliche che hanno consentito di perseguire con successo tutti i risultati prefissati: studiare il fenomeno della nidificazione in città del gabbiano reale e il suo “approccio” con l’uomo; affiancare le persone che si trovano in difficoltà ed aiutarle a gestire il problema “gabbiani”, sperimentare ed individuare il più efficace sistema di dissuasori per evitare le interazioni con le persone e il ripetersi, in futuro, di nidificazioni ritenute indesiderate; approntare un protocollo operativo efficace per la gestione del problema.
Una cosa comunque è certa: il gabbiano reale non è altro che un indicatore ambientale dello squilibrio del modello di vita dell’attuale società e considerando che circa la metà degli alimenti prodotti e commercializzati finisce nella spazzatura il gabbiano può essere considerato un indicatore di risposta dell’adeguatezza o meno dell’efficienza delle politiche di smaltimento dei rifiuti urbani, secondo il modello degli indicatori di sostenibilità. Insomma la crescita esponenziale del gabbiano (ma anche di altre specie) viene innescata da stili di vita basati sul consumismo e sull’usa e getta e pertanto la prima prevenzione sarebbe quella di riportare in equilibrio le cattive abitudini degli uomini correggendo le scelte sbagliate fin qui fatte.