La Giunta regionale del Piemonte, durante la seduta di lunedì 13 aprile, ha approvato il testo del
calendario venatorio 2015 - 2016 proposto dall
’assessore Giorgio Ferrero. La stagione, come anche accaduto l'anno scorso, non inizierà la terza domenica di settembre come stabilito dalla legge 157/92, ma l'avvio slitta quest'anno addirittura a
domenica 4 ottobre.
La Giunta ha penalizzato i cacciatori anche sulle specie cacciabili, escludendo di fatto, come per altro richiesto dagli animalisti, pernice bianca, lepre variabile, folaga e fischione. La Regione conferma quindi le scelte assunte nel 2014, quando, a stagione appena iniziata ha sospeso il prelievo a pernice e lepre variabile. Altre restrizioni riguardano la tortora, niente caccia a settembre e carniere ridotto da 10 a 8 capi (giornaliero) e da 25 a 20 capi (stagionale), come per la quaglia. Il prelievo della tipica fauna alpina è consentito in un solo comprensorio a scelta del cacciatore. Tordo bottaccio, tordo sassello, cesena si cacciano dal 4 ottobre al 10 gennaio.
Come ha spiegato l'assessore all'Agricoltura Giorgio Ferrero, il calendario è stato redatto "in piena sintonia con l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), quindi non dovrebbero esserci sorprese legali".
Il calendario stabilisce anche l'avvio dal 15 aprile al prelievo selettivo dei cinghiali e la liberalizzazione della quota di acquisto dei caprioli, in modo da completare i piani di prelievo e limitare i danni alle colture ed i problemi di sicurezza stradale. "È un provvedimento che offre da subito possibilità di intervento - ha dichiarato l'assessore - , lo scorso anno le richieste furono avanzate da 7 ambiti su 38, ci auguriamo che quest'anno il numero sia maggiore".
Sulla pernice bianca presto la Regione potrebbe dover rivedere le proprie scelte. Il Tar del Piemonte infatti si eprimerà nei prossimi giorni nel merito del ricorso presentato dalle associazioni venatorie lo scorso anno. Il Tar aveva accolto l'istanza cautelare e sospeso il divieto di prelievo per la pernice bianca. Nella sua ultima ordinanza, di novembre 2014, il Tar ha evidenziato che "la sequenza di provvedimenti regionali appare, nel suo complesso, espressione di scelte amministrative contraddittorie, insufficientemente motivate e prive di adeguata istruttoria, soprattutto in ragione di quanto la stessa Regione aveva stabilito nella precedente delibera n. 31-7448 del 15 aprile 2014 (ove era stata prevista, per la pernice bianca, la predisposizione di piani numerici sulla base delle stime di consistenza per ogni comprensorio alpino)".