Dopo più di un anno, il Viceministro delle politiche agricole alimentari e forestali Olivero, ha risposto all'interrogazione parlamentare con la quale il Senatore Aldo Di Biagio (NCD-UDC) ha chiesto lumi sulle iniziative governative inerenti la risoluzione delle criticità legate ai calendari venatori italiani, con particolare riferimento alla situazione del Lazio e alla sentenza con la quale il Tar aveva rigettato il ricorso animalista, riconoscendo le argomentazioni portate dalla Regione che si era discostata dai dettami dell'Ispra. Di Biagio, che ha ripreso la parola dopo la risposta, suggerisce in proposito la possibilità di riferirsi a comitati scientifici regionali, il cui operato potrà evitare l'applicazione di eventuali vincoli, soprattutto in termini di restrizioni ai periodi di caccia. Al fine di tutelare la specificità territoriale.
La risposta del vice Ministro Andrea Olivero: “già da tempo il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali è impegnato nel trovare una soluzione ad una serie di problematiche afferenti la sfera di applicazione della legge dell'11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la protezione della fauna selvatico omeoterma e per il prelievo venatorio.
In tale ottica, in accordo con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il coordinamento della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ad aprile dello scorso anno è stato istituito un tavolo di confronto con il compito di esaminare le principali criticità dell'attività venatoria e condividere una proposta di aggiornamento normativo.
In occasione dell'ultima riunione del tavolo, avvenuta lo scorso 26 febbraio, anche alla luce della recente apertura della procedura EU Pilot, caso 6955/ENVI, da parte della Commissione europea, è stata affrontata tra l'altro la questione relativa alla predisposizione dei calendari venatori. Ricordo che la predetta procedura è stata aperta avendo la Commissione europea ravvisato un contrasto evidente fra i calendari venatori approvati da numerose Regioni italiane nel 2014 e l'articolo 7, paragrafo 4, della direttiva 2009/147/CE. In particolare, in assenza di piani di gestione/conservazione, nel nostro Paese sarebbero cacciate alcune specie di uccelli in stato di conservazione sfavorevole, mentre altre sarebbero cacciate durante la fase di migrazione prenuziale (ovvero, sino al 31 gennaio), periodo in cui sarebbe già in corso in Italia la migrazione di ritorno alle zone di nidificazione.
Nell'intento di dare idonee risposte alla Commissione europea sulla procedura EU Pilot aperta e scongiurare una procedura di infrazione, il tavolo in parola ha individuato i temi sui quali sarebbe necessario giungere ad una posizione comune. In particolare: impegno delle Regioni a fornire, secondo le procedure e la tempistica prevista dal decreto interministeriale del 6 novembre 2012, piena rendicontazione dei dati sul prelievo venatorio della stagione 2013/2014 e successivamente sulla stagione in atto, per consentire di migliorare la base conoscitiva e determinare l'influenza dei metodi di prelievo sul livello delle popolazioni; segnalazione alla Commissione europea, nell'ambito del processo di fitness check della direttiva uccelli, dell'importanza di un meccanismo che permetta maggior flessibilità nel modificare gli allegati della direttiva uccelli e, parimenti, di uno schema coerente per tutta l'Europa delle date di inizio della migrazione prenuziale e di termine della dipendenza dei piccoli. Si prevede inoltre un impegno delle Regioni a redigere i loro calendari venatori attenendosi a tutti i criteri di sostenibilità previsti dalla direttiva uccelli: date di fine di dipendenza dei piccoli e di inizio della migrazione prenuziale, lo stato di conservazione, la presenza e attuazione di piani di gestione per le specie in cattivo stato, misure per evitare la possibilità di confusione fra specie simili e il disturbo a specie non bersaglio. L'insieme di questi elementi, previsti dalla direttiva e richiamati nell'EU Pilot, sono alla base della Guida per la stesura dei calendari venatori ai sensi della legge n. 157 del 1992, così come modificata dalla legge comunitaria 2009, articolo 42, redatta dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA). Possono essere introdotti scostamenti rispetto a quanto indicato dalla guida nei limiti fissati dalla normativa vigente. Sono altresì previsti l'inoltro delle opportune richieste di modifica dei key concept, da trasmettere alla Commissione europea e la definizione di un cronoprogramma per la progressiva produzione di piani di gestione, da parte di ISPRA, per tutte le specie in cattivo stato di conservazione.
In ogni caso, il 23 gennaio scorso, il Ministero dell'ambiente ha provveduto a trasmettere alla Commissione europea le informazioni richieste con il sistema EU Pilot in questione. Peraltro, preso atto del prolungamento del periodo di esercizio venatorio sino al 31 gennaio disposto da alcune Regioni per le specie di uccelli sopra citate, il predetto Ministero ha richiamato le Regioni inadempienti, invitandole a rivedere le date di chiusura della caccia. La maggior parte di esse ha provveduto in tal senso; per le Regioni che non hanno apportato modifiche al proprio calendario venatorio (Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Veneto e Friuli-Venezia Giulia), la Presidenza del Consiglio dei ministri ha deliberato l'esercizio del potere sostitutivo di cui all'articolo 8, comma 4, della legge 5 giugno 2003, n. 131 provvedendo a modificare d'autorità i calendari venatori in questione con sei specifiche delibere adottate nella seduta del Consiglio dei ministri del 20 gennaio 2015".
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