A risposta di due petizioni anticaccia al Parlamento europeo, la Commissione Ue negli scorsi giorni ha ribadito la legittimità della caccia in Europa. La prima petizione, tedesca, sosteneva la necessità di introdurre il divieto di caccia agli uccelli, anatre e oche soprattutto, argomentando il fatto che “altre specie animali forniscono già abbastanza carne per il consumo umano”. L'altra, italiana (l'ha presentata il Presidente del Movimento Vegetariano No alla Caccia, Marcello Dell'Eva per conto di 43 mila cittadini) ha chiesto una legislazione europea che sopprima ogni tipo di caccia perché “particolarmente dannosa per la biodiversità dell'Unione europea”. In particolare, la petizione deplora l'uso richiami vivi e deroghe che consentono la caccia.
Ecco la risposta della Commissione: “Le Direttive Habitat e Uccelli costituiscono i capisaldi della legislazione europea sulla natura e sulla conservazione. Esse richiedono agli Stati membri di istituire uno stretto regime di protezione per tutte le specie di uccelli selvatiche che vivono naturalmente in Europa, comprese le specie minacciate elencate nell’All. IV della Direttiva Habitat. Le Direttive riconoscono la legittimità della caccia e lo sfruttamento di alcune specie, ma stabiliscono norme per garantire la sua sostenibilità. La caccia sostenibile è consentita dalla legislazione nazionale per le specie di uccelli di cui all'allegato II della direttiva Uccelli. Le specie elencate nell'allegato V della direttiva Habitat possono essere oggetto di sfruttamento coerentemente con la loro conservazione. In tutti gli altri casi la caccia è possibile solo attraverso le condizioni di deroga molto rigorose che si applicano alle due direttive. Le direttive vietano anche l'uso di metodi non selettivi (ad esempio reti, animali ciechi o mutilati utilizzati come richiami vivi) e questi possono essere autorizzati dagli Stati membri attravero deroghe che soddisfano le condizioni di cui all'articolo 9 della direttiva Uccelli o L'articolo 16 della direttiva Habitat".
"La Commissione - prosegue la risposta - non condivide l'opinione del firmatario che tutte le cacce rappresentino un danno per la biodiversità. La caccia sostenibile può avere un impatto positivo nel contribuire a raggiungere gli obiettivi della conservazione per specie e habitat, ad esempio controllando le specie invasive e i predatori identificati quali possibile minaccia alle specie protette dalle Direttive Natura e attraverso la positiva azione che i cacciatori intraprendono nella gestione degli habitat. Spetta alle autorità competenti degli Stati membri assicurarsi che i provvedimenti di queste Direttive siano correttamente trasposte e implementate. Problemi come il disturbo delle persone in campagna, la sofferenza degli animali e la caccia che non rispetta la proprietà privata ricadono sotto la competenza degli Stati membri. La Commissione è consapevole che possano esserci problemi a livello nazionale nell’implementazione delle Direttive e ha sviluppato ad esempio una Guida per la caccia ai sensi della Direttiva Uccelli al fine di promuovere la caccia sostenibile. La Commissione ha perseguito casi di infrazione contro Stati membri per non conformità e sta anche sostenendo varie azioni allo scopo di eliminare le uccisioni illegali di uccelli in collaborazione con la Convenzione di Berna, i portatori d’interesse e gli Stati membri. La Commissione non vede la necessità di abolire tutte le cacce come richiesto nella petizione. Essa continuerà a monitorare da vicino l’implementazione delle due Direttive da parte degli Stati membri e a fare i necessari passi successivi qualora venga identificata una possibile infrazione. La Commissione sta attualmente eseguendo un Fitness Check (N.d.T. “Controllo della buona salute”) delle Direttive Uccelli e Habitat quale parte della sua politica di forte regolamentazione. Ciò comprende una valutazione del contributo della legislazione sulla natura nel raggiungimento di obiettivi e impegni sia a livello europeo che internazionale”.
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