Il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti ha risposto ad un'interrogazione presentata dalla deputata Sel Marisa Nicchi. La parlamentare aveva sollecitato l'ampliamento della superficie interessata da aree protette nel Padule di Fucecchio, considerando troppo limitata l'area di 230 ettari sottoposta a protezione, e segnalando la cancellazione di ampliamenti già previsti negli strumenti di pianificazione di province e regione.
Il Ministro, citando le comunicazioni intercorse con la Regione Toscana, che aveva proposto la riperimetrazione del Padule per rendere maggiormente coerenti i confini della riserva e ricomprendere ulteriori aree meritevoli di tutela, evidenzia l'impossibilità di modificarne i confini. Nella sua risposta fa riferimento alle indicazioni pervenute dalla Commissione europea, la quale ha invitato a non apportare per il momento modifiche agli attuali perimetri dei Siti appartenenti alla Rete Natura 2000, soprattutto in caso di riduzione delle superfici. Questo in ragione del fatto, che il nostro Paese è in grave ritardo nella designazione delle zone speciali di conservazione (Zsc), motivo per il quale è stata anche avviata la procedura EU Pilot 4999/13/ENVI. “Le eventuali modifiche da apportare dai confini di un sito di importanza comunitaria – scrive Galletti - implicano un processo di valutazione e approvazione a livello comunitario che nel suo complesso ritarderebbe di ulteriori due anni la designazione dell'area in questione come zona speciale di conservazione”.
“È veramente una buona notizia quella giunta da Roma – commenta l’associazione dei proprietari “Terra Nostra Unita” – come proprietari, cacciatori e frequentatori del Padule di Fucecchio, non possiamo che esprimere soddisfazione per la risposta del ministro dell'Ambiente, il quale sostiene che non c'è motivo di ulteriori allargamenti delle riserve naturali o modifiche di perimetrie quando ancora è in corso la designazione a livello europeo di questa area come Zsc, ovvero Zona Speciale di Conservazione”.
“Vogliamo far comprendere a tutti – sottolinea Terra Nostra - quella che è la reale situazione oggi del Padule. Per iniziare i 230 ettari di riserva naturale nel cratere palustre rappresentano oggi oltre il 20% di superficie protetta. Inutile continuare a raccontare le favole dei 2.000 ettari di superfice complessiva. In quei 2.000 ettari sono compresi centinaia di ettari di aree da sempre agricole e pioppete, che sono si inserite nella Zona di protezione speciale, ma niente hanno a che vedere con la specificità del Padule. Poi esistono ulteriori aree che, pur non essendo riserva naturale, sono oggi in regime di tutela e divieto di caccia, quali l’Area Marconi, la Paduletta di Ramone, il Bosco di Chiusi,la nuova zona di Rispetto istituita dalla Provincia di Firenze (53 ettari): in totale parliamo di ulteriori centinaia di ettari di area protetta che devono comunque sommarsi alle riserve naturali, portando il livello reale di protezione ben oltre il ridicolo 10% che si vuol continuare a far credere all'opinione pubblica, ma non certo al ministro, che sicuramente ha considerato le nostre osservazioni in merito”.
I problemi sono altri. “Il vero nocciolo della questione, e non ci stanchiamo di ribadirlo, è la gestione del Padule, aree protette comprese. Sono almeno 2 anni – sottolinea l'associazione - che non vengono eseguiti nessun tipo di interventi idraulici, gli argini della riserva naturale Criacri-Biagiotti – inserita nel cuore del Padule – sono un colabrodo e non assolvono più alle loro funzioni. I principali canali, con particolare riferimento a Canaletto e allo sbocco della Pescia di Collodi, sono completamente ripieni, impedendo flusso e deflusso delle acque. Il problema non è solo ambientale per la fauna acquatica del Padule, il problema sarà, in caso di forti precipitazioni, per tutti i cittadini della Valdinievole che saranno esposti al rischio inondazioni se nessuno continuerà a non fare niente o, meglio, a non recepire niente”.
“E i nostri amici con tutto il rispetto ambientalisti – chiude la nota – tanto amanti a loro dire del Padule e gestori delle riserve naturali, cosa aspettano ad evidenziare pubblicamente tutte le criticità da noi più volte sollevate? Si preoccupano solo delle dimensioni delle riserve, e da ciò è facile intuire che i loro interessi sono ben altri che non la vera salvaguardia del nostro Padule e delle popolazioni che ci vivono intorno”. (Il Tirreno)
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