“Sulla caccia e sulla gestione della fauna da qualche anno si registrano diverse tensioni e polemiche. Le difficoltà esistono realmente e sono rilevanti: il problema va affrontato seriamente, in modo concreto e al più presto”. A dirlo è Simone Bezzini, candidato alle elezioni regionali in Toscana per il Partito Democratico. “Sul fronte degli ungulati la situazione è molto critica: danni, incidenti, impatto sull’ambiente delle tecniche di prevenzione (come il dilagare delle recinzioni), costi e burocrazia crescenti per le imprese agricole sono solo alcuni dei problemi. Di fronte a questa situazione in molti chiacchierano e fanno propaganda, ma in pochi si adoperano per risolverla. Alcuni poi cavalcano il malessere per interesse personale, senza provare ad affrontare i nodi nello specifico”.
“Nell’agosto del 2012 da Presidente della Provincia mandai una lettera ai Ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, al presidente della Regione e all’assessore regionale alla caccia. Nella lettera si denunciava il rischio che i cambiamenti delle norme regionali e nazionali avrebbero creato una situazione esplosiva soprattutto sul fronte del contenimento degli ungulati. Questo allarme è stato sottovalutato da istituzioni e forze politiche e si è pensato che il problema fosse il mal funzionamento e la rigidità di qualche ufficio. Non si è voluto comprendere l’impatto negativo di alcune norme sul nostro territorio” prosegue Bezzini. “Cinghiali e caprioli: i rappresentanti delle istituzioni regionali e nazionali, pur avendoli chiamati più volte, non hanno voluto affrontare nel merito la questione. Hanno scaricato tutta la tensione sugli enti locali, sugli Atc e sulle associazioni”.
“Per prima cosa - sottolinea il candidato alle regionali - va avviato il lavoro per il nuovo piano faunistico regionale, che dovrà fare i conti in modo radicale con il nuovo quadro normativo, con il nuovo modello di governance e con la necessità di costruire un nuovo equilibrio tra la pratica venatoria, il mondo agricolo e la tutela dell’ambiente. Va costruito un nuovo orizzonte evitando di andare avanti con rattoppi e mezze misure”.
E infine sul fronte dei danni all'agricoltura: "in primo luogo, occorre un quadro normativo che orienti l’Ispra verso un indirizzo di reale contenimento di specie come il capriolo superando le assurde modalità operative attualmente in vigore. Per il cinghiale, inoltre, bisogna consentire l’uso dell’art. 37 in forma collettiva in aree come le zone di ripopolamento e cattura eliminando i vincoli burocratici attualmente esistenti. Dev’essere chiaro che per arrivare a ciò servono leggi diverse a livello regionale e nazionale altrimenti gli uffici locali continueranno ad avere le mani legate. In secondo luogo, va definita dalla Regione Toscana una modalità omogenea e semplificata per il trattamento delle carni derivanti dagli abbattimenti. Infine, servono misure più incisive per prevenire i danni prodotti da lupi, canidi e ibridi agli allevamenti".
Quanto fatto dalla Regione nei mesi scorsi è importante, ma non sufficiente” dichiara Simone Bezzini. “Sul piano delle politiche venatorie e di gestione della fauna bisogna cambiare verso davvero passando dagli slogan facili ai fatti e abbandonando la logica dello scarica barile che ha imperato in questi anni” conclude il candidato al Consiglio Regionale.