“Impedire il transito per l’esercizio della caccia, sia di selezione o meno, renderà impossibile, o quasi, il raggiungere certe zone”. E' la risposta polemica di Fidc Piemonte alle osservazioni avanzate dalla Coldiretti di Cuneo, critica verso gli Atc e i Ca che non hanno aderito alla caccia di selezione. "Come mai le Associazioni Agricole non hanno assunto nessun provvedimento quando pochi mesi fa la Regione ha nuovamente vietato (l.r.32/82) i percorsi su strade forestali, in certi casi persino asfaltate, ai cacciatori?” chiede Fidc. E ancora: “Come farebbero i cacciatori a portare via le spoglie degli animali abbattuti? Forse caricandoli a spalle e portandoli a valle?”.
“Ci chiediamo inoltre - aggiunge - quale conoscenza abbiano i dirigenti agricoli in merito alle abitudini del cinghiale, animale uso a muoversi e cibarsi preferibilmente di notte, e dunque difficilmente abbattibile attraverso la “caccia di selezione” durante giorno, quando si è ormai ritirato nel folto. Non sarebbe meglio, crediamo noi, operare con altre misure di contenimento?” sottolinea l'associazione, criticando la Regione per aver ristretto il periodo di caccia in calendario di tre giornate. Le difficoltà di completamento dei piani, osserva ancora Fidc Piemonte, non c'entrano con il costo dei capi (azzerato per i caprioli), “sono dovute a problemi tecnici (nebbia, mal tempo, disturbi vari) e talvolta anche a causa di normative esistenti, indipendenti dalla volontà dei cacciatori; nemmeno sarebbe possibile pensare, come taluni nel mondo agricolo vorrebbero, all’eradicazione della specie capriolo”.
“Bisogna altresì considerare - aggiunge infine - come gli incassi per le quote capriolo siano utilizzati per la gestione economica di molti ATC e CA, nonché per l’anticipo dei danni a favore del mondo agricolo; denari ancor più determinanti in un momento in cui il ritardo cronico della Regione nel trasferire fondi s’è fatto insostenibile. Dovessero mancare questi soldi non si riesce a capire come potranno proseguire nella loro attività di prevenzione danni, miglioramenti del territorio e gestione dell’attività venatoria, gli ATC e i CA ora sotto accusa!”.