Prima in Toscana, nella Provincia di Pistoia prende il via la gestione delle aree non vocate tramite il prelievo selettivo del cinghiale tramite la caccia di selezione (prelievo selettivo) nelle aree non vocate alla specie del territorio provinciale. Così è deciso dal piano che ha ottenuto il parere positivo di ISPRA (Ist. sup. per la protezione e la ricerca ambientale). Si tratta di una novità perché fino ad oggi questo tipo di attività era stata attuata solo per i cervidi e i bovidi (cervo, capriolo, daino e muflone).
La creazione dei distretti non conservativi è una delle scelte qualificanti del Piano faunistico venatorio provinciale (PFVP), approvato a dicembre 2013: il territorio dove è consentita la caccia degli ungulati è stato diviso in 2 tipi di zone, aree non vocate e vocate, gestite con criteri diversi. Lo scopo è quello, da un lato, di fronteggiare le problematiche della convivenza con queste specie in territori con particolare criticità; dall’altro, salvaguardare zone dove gli ungulati possono continuare a svilupparsi, seppur entro densità programmate. Nello specifico, sono individuate come aree non vocate, definite da ISPRA anche “aree problematiche”, quelle caratterizzate da aree agricole produttive o infrastrutture, dove la presenza di ungulati provoca frequenti danni a colture e problematiche legate a incidenti stradali; qui si applica una gestione di tipo non conservativo, orientata alla riduzione della presenza della specie e delle criticità esistenti. Per le aree vocate, montane e pede -montane, dove i problemi di convivenza sono legati al numero eccessivo di animali, la gestione è orientata al mantenimento della specie in densità compatibili all’ambiente, con modalità gestionali ormai consolidate e positive.
Rispetto al passato, il piano specifico che prende il via il 9 maggio racchiude importanti novità: oltre all’obiettivo, condiviso da ISPRA per le aree non vocate, di una gestione non conservativa della specie (con tassi di prelievo molto maggiori rispetto a quelli definiti normalmente dall’istituto per le aree vocate), questo intervento si caratterizza per l’uso esclusivo del prelievo selettivo ordinario (senza far ricorso, quindi, all’applicazione dell’art. 37 - “Controllo della fauna selvatica” - della L. R. n. 3/94). In questo modo, il coinvolgimento dei selecontrollori, organizzati all’interno dei distretti non conservativi, consente di perseguire più costantemente gli obiettivi di contenimento del danno (e i metodi di controllo individuati ai sensi dell’art 37 della l.r. tornano a essere opzione straordinaria da utilizzare in forma locale e puntuale).
Grazie alla tecnica del prelievo selettivo, di basso impatto per l’altra fauna selvatica e per l'ambiente, i tempi di prelievo possono essere più ampi rispetto ai 3 mesi ordinari della caccia in battuta (novembre-gennaio), sovrapponendosi così al periodo primaverile - estivo, quando
maggiormente si concentrano i danni da cinghiale.
I selecontrollori, iscritti ai distretti non conservativi dell’ATC Pistoia 16, hanno superato un esame abilitativo per il prelievo selettivo del cinghiale nel corso del 2014, in base alle linee guida ISPRA; hanno partecipato alla composizione del piano e prenderanno parte ai monitoraggi per verificare l’efficacia degli interventi. Tali monitoraggi saranno realizzati a intervalli temporali prefissati, secondo le tecniche indicate da ISPRA e con il controllo e il coordinamento di Provincia di Pistoia e ATC Pistoia 16.
Questo provvedimento provinciale arriva a conclusione di un lungo percorso, avviato con la prima stesura dell’attuale PFVP e la definizione delle aree non vocate, attraverso una “mappa del rischio di impatto degli ungulati” realizzata con la georeferenziazione di dati faunistici, ambientali e territoriali
dell’Ente. La definizione delle aree non vocate e i metodi gestionali da intraprendere al loro interno sono stati poi oggetto di concertazione con gli attori del mondo agricolo, venatorio, ambientalista e istituzionale e sono stati sottoposti, così come tutto il PFVP, alla procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Non solo, il piano presentato a ISPRA si è basato anche sulle linee guida per la gestione degli ungulati redatte dall’istituto stesso.
Il prelievo selettivo ordinario non conservativo con le caratteristiche sopra descritte, si svolge per la prima volta in Toscana con parere positivo dell’ISPRA; avverrà solo da appostamento sopraelevato (altana), mentre sarà vietata la caccia alla cerca, per assicurare la massima sicurezza; seguirà la regolamentazione vigente della Provincia e dell’ATC Pistoia 16 e sarà sottoposto alla vigilanza della Polizia Provinciale. Con tempi e modi diversi, nelle stesse aree non vocate, sarà attivato nei prossimi mesi il prelievo non conservativo anche di cervo, capriolo e daino.
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