Le Regioni italiane possono discostarsi dai Key Concepts nazionali utilizzando dati scientifici recenti. Lo conferma il Commissario UE Karmenu Vella rispondendo all'interrogazione dell'eurodeputata Renata Briano. La risposta di Vella è importante perchè smentisce tutta la linea tenuta dal Ministro Galletti, che alla fine della scorsa stagione ha imposto (con l'ausilio del potere sostitutivo esercitato dal Governo) la chiusura anticipata della caccia ai migratori (tordo bottaccio, sassello, cesena, beccaccia) al 20 gennaio, intimando il rigido rispetto dei key concept italiani previsti dalla Direttiva Uccelli. Tutto questo, era stato ricordato dallo stesso Ministro, al fine di scongiurare l'apertura di una infrazione comunitaria visto il caso Eu pilot 6955 su alcuni calendari venatori italiani.
Quello che Galletti non ha considerato, e che ovviamente il diritto comunitario prevede, è il punto 2.7.10 della Guida alla disciplina della caccia (la Direttiva Uccelli), che, appunto, permette di adeguare i prelievi venatori ai dati effettivi disponibili sulle migrazioni regione per regione, permettendo la sovrapposizione del periodo di caccia con quello della migrazione di ritorno di alcune specie.
"In conformità del punto 2.7.10 - risponde infatti il Commissario Vella - , le date delle stagioni venatorie regionali possono essere diverse da quelle previste dal documento sui “concetti fondamentali” stabilito a livello nazionale soltanto se è possibile dimostrare, ricorrendo a dati scientifici e tecnici, che nella regione interessata la nidificazione termina prima o la migrazione di ritorno inizia più tardi. In ciascun caso occorre dimostrare l’esistenza di regioni chiaramente distinguibili, nelle quali, sulla base di chiare prove scientifiche sul periodo della migrazione prenuziale e/o della riproduzione, siano giustificabili date di apertura e di chiusura differenziate". Un ultimo punto nella risposta di Vella sembra ancora una volta restituirci il quadro dell'incompletezza dei dati trasmessi dal governo italiano all'Europa, chiaro segnale, purtroppo, della strenua difesa della guida Ispra ai calendari venatori. "Per quanto concerne l’indagine in corso nei confronti dell’Italia e sulla base delle informazioni disponibili - scrive infatti il Commissario Ue all'ambiente - , non paiono sussistere le suddette condizioni che ammettono la sovrapposizione di calendari venatori regionali differenziati con i dati nazionali sui concetti fondamentali". Ovvero quei dati scientifici che le Regioni italiane hanno utilizzato, e che, ora è certo, non sono stati trasmessi alla Commissione come prova della legittimità del calendari venatori italiani. La battaglia dei cacciatori italiani deve quindi concentrarsi nel nostro Paese. Come è possibile che per esempio nella vicina Francia si applichino date di chiusura molto più dilatate delle nostre, senza incorrere in infrazioni comunitarie di nessun genere e da noi pare impossibile? Una risposta forse c'è: il KC italiano è politico. E politica è la sua strenua difesa. Una cosa è certa: in Europa i cacciatori italiani possono contare su Renata Briano, che da ex assessore regionale (Liguria) alla caccia, conosce alla perfezione i meccanismi e i principi che regolano le leggi venatorie. E, a quanto pare, intende difenderli.
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