Sar�Renata Briano, vicepresidente dell'Intergruppo Biodiversità, Caccia e Ruralità in seno al Parlamento Ue, a coordinare oggi il seminario supportato dalla Face contro i reati sulla fauna selvatica, un tema molto seguito a causa della mattanza che sta avvenendo in Africa nei confronti di elefanti e rinoceronti. "Cercherò di combattere i pregiudizi di chi tende a mettere sullo stesso piano i crimini alla fauna selvatica e la caccia" scrive Briano annunciando l'evento sulla propria bacheca di Facebook.
"Le cause sono la domanda di avorio e corni di rinoceronte per la medicina tradizionale cinese. Anche la sovrappopolazione umana e la costante riduzione di habitat sono tra le cause del declino della fauna selvatica. Tuttavia - sottolinea Renata Briano - la stampa parla sempre di caccia mentre si tratta di bracconaggio vero e proprio! Le due cose non vanno confuse...".
I relatori si occuperanno più che altro di Africa: l’IUCN riconosce il valore per la conservazione di certe specie di una caccia ben regolamentata. Il tema è controverso e spesso strumentalizzato. Invece bisogna partire dai dati scientifici. Ad esempio, ad oggi, la caccia non è tra le cause di perdita di biodiversità ma lo sono l’agricoltura intensiva, il consumo di suolo, il cambiamento climatico, le specie aliene invasive (cit. Commissione Europea), il bracconaggio. Tra l’altro il fallimento del divieto della caccia è evidente in Kenia, dove fu abolita nel 1977 ma dove oggi il bracconaggio sta devastando le popolazioni di animali selvatici in assenza di programmi efficaci.