Riprendiamo il nostro viaggio nel favoloso mondo della caccia in rosa. Oggi conosciamo meglio Francesca Lastrucci, neo cacciatrice di Sesto Fiorentino, ma anche allevatrice di cani, mamma di una bimba e responsabile amministrativa per un’azienda nel settore del commercio.
La licenza Francesca l'ha presa un anno fa, ad aprile 2014 e quella che si è da poco conclusa è stata la sua prima stagione venatoria. Alla caccia arriva grazie alla passione per i cani e al desiderio di assecondare le loro qualità venatorie. La prima licenza le ha aperto un mondo. “Prendere l’abilitazione venatoria – racconta - mi ha permesso di farmi una cultura personale su un mondo che fino a qualche anno fa era per me totalmente sconosciuto, visto che questa cultura fatta di tradizioni, usanze, rispetto per l’ambiente e la fauna selvatica, non c'è mai stata nella mia famiglia”.
Nella sua prima stagione si è dedicata alla caccia vagante con i suoi labrador alla selvaggina stanziale (fagiani soprattutto). La caccia con il labrador la conosce bene, avendo partecipato già prima della licenza a battute all’inglese per il recupero dei selvatici abbattuti durante i “drive” oppure agli appostamenti fissi al recupero degli acquatici. “Qui – dice - il labrador esprime tutta la sua predisposizione genetica all’elemento”.
Francesca si dedica anche alla selezione e all'allevamento di Labrador Retriever con l'affisso JoyWave Labradors (www.joywavelabrador.it) che gestisce in prima persona. “La mia prima labrador è entrata nella mia vita nel 2005 – racconta - ma solo nel 2009 ho scoperto le potenzialità di questa magnifica razza, quello per cui è nata da decenni di selezione. E’ sbocciata una vera e propria passione che mi ha portato a dedicarmi al loro addestramento e poi alla loro selezione accompagnando negli anni amici cacciatori al recupero della selvaggina nelle loro giornate di caccia” racconta Francesca.
“Il mio obiettivo nell’allevamento di questa meravigliosa razza – sottolinea - è perseguire una selezione morfologica e caratteriale il più attinente possibile a quello per cui la razza è nata”. Di qui l'avvicinamento alla caccia praticata. “Mi definisco una cacciatrice cinofila perché per me l’una dipende strettamente dall’altra, per me non c’è cosa più bella che uscire col proprio cane “a caccia” insieme, un binomio affiatato nella meravigliosa natura che ci ospita nel pieno rispetto dell’azione di caccia (scova, rispetto del cane sul vivo, abbattimento, riporto) rendendo poi onore a tavola con tutta la famiglia a ciò che abbiamo nel carniere”.