“Le alternative gestionali proposte per rimuovere il nucleo di daini senza ricorrere all’abbattimento, quando non esplicitamente proibite dalle attuali norme, non appaiono tecnicamente praticabili, o comportano rischi di determinare ulteriori impatti alla biodiversità”. Così Ispra risponde alle numerose note di chiarimento giunte da parte di privati cittadini ed associazioni animaliste in merito al provvedimento di caccia selettiva dei daini in un'area adiacente della Pineta di Classe (ricadente nell’Ambito Territoriale di Caccia “Ravenna 2”), deciso da tempo dalla Provincia di Ravenna. La questione è stata già affrontata da Tar e Consiglio di Stato, che hanno respinto ogni richiesta da parte animalista. Ma sugli abbattimenti, non ancora terminati, le polemiche non si sono mai placate. Per questo, negli ultimi giorni, Ispra ha deciso di emettere una propria nota (Valutazioni dell'Ispra circa i previsti abbattimenti di daino nella Pineta di Classe) con la quale intende fornire chiarimenti sui pareri tecnici espressi dall’Istituto e sui criteri di valutazione tecnico-scientifica adottati da Ispra per la stesura di tali pareri.
Nella nota si affrontano una ad una tutte le obiezioni mosse dagli oppositori del provvedimento. In particolare il fatto che sarebbe possibile intervenire con forme di controllo “alternative”, quali per esempio l’immunocontraccezione. Cosa che Ispra ritiene del tutto impraticabile, visto che, scrive, “si renderebbe comunque necessaria una fase di sperimentazione che ne verifichi l’efficacia”, per altro “assicurando un pieno rispetto delle procedure autorizzative per l’uso delle sostanze previste”. Ispra a tal proposito evidenzia “che al prelievo condotto in regime di caccia non si applicano i principi di prioritaria attivazione di metodi ecologici, previsti esclusivamente per le attività di controllo ai sensi dell’articolo 19 della legge 157/92”. Anche la Provincia, ad agosto 2014, aveva chiesto un parere a Ispra circa la possibilità di attuare un controllo della fertilità nella pineta. “Il controllo della riproduzione tramite l’uso di vaccini contraccettivi in natura – torna a precisare Ispra - presenta limiti significativi, sia in termini di efficacia nel lungo termine sia rispetto alle procedure autorizzative”, da concordare in ogni caso con il Ministero competente.
Impraticabile è anche lo spostamento dei daini in aree vocate. “Sconsigliabile – scrive Ispra nella sua nota - perché rischia di provocare impatti significativi nelle aree di rilascio, a svantaggio dei Cervidi autoctoni”. Così come il trasferimento in recinto (come proposto su giornali e tv da una ricca proprietaria terriera di origine tedesca), per cui si rileva un contrasto con la normativa regionale (e nazionale) che stabilisce che “non è consentito l'allevamento di fauna selvatica che non sia nata in cattività o di cui non possa essere dimostrata la legittima provenienza”. Senza contare il rischio di possibili fughe e ulteriori problematiche gestionali nel medio periodo.
“In conclusione – scrive Ispra - gli abbattimenti programmati dalla provincia di Ravenna sulla popolazione di Daini della Pineta di Classe si configurano come attività venatoria, praticata su una specie cacciabile (art. 18, comma 1, lettera c della legge n. 157/1992) e prevista, programmata nonché dettagliatamente normata dalla Regione Emilia Romagna (Regolamento n.1/2008 per la “Gestione degli ungulati in Emilia Romagna” ), non diversamente da quanto avviene in altre parti del Paese e nella stessa provincia”. “L’impostazione inizialmente prevista dalla provincia di Ravenna per il piano di abbattimento del nucleo di daini – conclude la nota - era, da un punto di tecnico, coerente con le norme nazionali e regionali in materia, come evidenziato da ISPRA nei propri pareri di competenza”. |