Il 52% degli uccelli europei è in ottima salute. A dirlo è una nuova relazione della
Commissione UE (The State of Nature in the EU) che aggiorna lo stato di conservazione di specie e habitat in Europa, in base ai dati trasmessi ogni sei anni dagli Stati membri. Il rapporto copre 240 specie di uccelli selvatici, 231 tipi di habitat e più di 1200 altre specie di interesse comunitario. La relazione tecnica, redatta dall'Agenzia europea per l'ambiente, fa parte della verifica in corso sullo stato di applicazione delle
Direttive Uccelli e Habitat e servirà come spunto per la prossima revisione della strategia europea per la tutela della
biodiversità.
La relazione dimostra che la maggior parte degli uccelli, nel periodo che va dal 2007 al 2012 si trova in uno status favorevole. Tuttavia circa il 17% delle specie è ancora minacciato e un altro 15% è in declino. Si tratta per lo più di specie legate all'agricoltura, una volta comuni come allodola e pittima reale. Per quanto riguarda le specie protette dalla direttiva Habitat quasi un quarto (23%) si trova in uno status favorevole. Oltre la metà (60%) è invece ancora in declino (42% status insoddisfacente-inadeguato e 18% sfavorevole). Va peggio per la conservazione degli habitat: solo il 16% si trova in buono stato. La stragrande maggioranza degli habitat ha uno status sfavorevole, (il 47% inadeguato e il 30% gravemente sfavorevole). Le
principali minacce per gli habitat individuate nel rapporto sono alcune
pratiche agricole intensive e l'utilizzo di
pesticidi, la
riduzione dei pascoli, oltre che le modifiche antropiche del territorio (soprattutto in materia di
cambiamenti idrologici).
Il rapporto sottolinea anche il successo di azioni di conservazione mirate, guidate dall'UE. Le popolazioni di gipeto (
Gypaetus barbatus) e di gobbo rugginoso (
Oxyura leucocephala), entrambi oggetto di piani d'azione dell'UE, grazie al
Fondo europeo LIFE, hanno avuto miglioramenti sostanziali. In generale, sottolinea la Commissione Ue, la
rete Natura 2000 dell'UE (che ricopre il 18% del territorio dell'Unione europea ed è la più grande rete di aree protette in tutto il mondo), ha avuto un'importante influenza positiva sullo stato di conservazione delle specie e tipi di habitat.
"Questo rapporto – commenta il commissario per l'Ambiente, Affari marittimi e pesca,
Karmenu Vella - è significativo e tempestivo. Pur emergendo complessivamente un quadro disomogeneo, la relazione dimostra chiaramente che gli sforzi per migliorare gli ecosistemi più vulnerabili possono essere molto efficaci e sottolinea inoltre la portata delle sfide che rimangono. Dobbiamo puntare a queste sfide. La salute della nostra natura è correlata alla salute dei cittadini europei e alla nostra economia”.