L'Enpa contesta il calendario venatorio dell'Umbria, approvato la scorsa settimana. “L'Umbria, con l'adozione del nuovo calendario venatorio, conferma di essere una delle regioni più filovenatorie d'Italia” dice Paola Tintori, referente Enpa per l'Umbria. In particolare l'associazione animalista critica il mancato adeguamento alle disposizioni Ispra, sia per quanto riguarda le preaperture (nelle giornate del 2, 6 e 13 settembre a 10 specie: Alzavola, Marzaiola, Germano Reale, Tortora, Merlo, Colombaccio, Cornacchia Grigia, Ghiandaia, Gazza, Quaglia) che la chiusura al 31 gennaio a tordi e beccaccia.
“La regione - prosegue Tintori invece di adempiere, ha lasciato inalterati i periodi di caccia a queste specie, come nulla fosse, dimostrando un rispetto verso lo Stato e i cittadini pari a zero, se non meno”. Il riferimento è all'imposizione della chiusura anticipata al 20 gennaio da parte del Consiglio dei Ministri, al quale diverse regioni, tra cui anche l'Umbria si sono opposte, riproponendo le disposizioni già contestate e argomentandole con i dati scientifici disponibili.