La Federcaccia di Trieste e la Vigilanza Venatoria Ambientale e Zoofila, con una nota stampa, raccomandano vivamente “a tutti i cittadini ma in particolar modo agli escursionisti, cicloturisti, fungaioli e a chiunque si imbatta in un cucciolo di animale selvatico di non toccarlo ne tanto meno prenderlo in mano, anzi la cosa migliore è allontanarsi il prima possibile”. La vigilanza della madre è costantemente attiva, nonostante l'animale possa sembrare in uno stato di abbandono.
“Qualora l'uomo dovesse trasferire il proprio odore al cucciolo, anche per un semplice contatto, la madre non lo riconoscerebbe più come proprio, quindi lo abbandonerebbe, destinandolo così a morte sicura”. Si legge ancora nella nota, riportata da TriestePrima, che il cucciolo di capriolo sta a contatto con la madre solo per il poco tempo necessario all'allattamento. “Il piccolo è protetto esclusivamente dalla sua totale mancanza di odore, dal mimetismo conferitogli dai colori del mantello e dall’assoluta immobilità".