Federico Merli in una pubblicazione curata dalla Confederazione Cacciatori Toscani affronta il ruolo delle associazioni venatorie nella salvaguardia dell'ambiente rurale. La ricerca “
I figli di un dio minore” sarà presentata in anteprima al “
Game Fair” in programma a Grosseto questo fine settimana. Secondo l'autore “Lo Stato finanzia con la fiscalità generale servizi per la conservazione e la gestione di una parte della fauna selvatica, quella dei parchi ma anche i canili e affida invece alle tasche dei cacciatori il resto, comprese spesso le attività del soccorso alla fauna”.
Spiega Merli che in Toscana i cacciatori erogano, attraverso le Provincie, in base all'articolo 38 della legge sulla caccia, mediamente 357.500 euro ogni anno a favore dei centri di soccorso fauna. L'autore si chiede se sia giusto “investire per il recupero fauna più o meno la stessa cifra che i tre Ambiti Territoriali di Caccia senesi spendono in miglioramenti ambientali che, con la semina di colture a perdere od altri interventi consentono il nutrimento a migliaia di uccelli”.
Le associazioni ambientaliste (78 riconosciute dal Ministero dell'Ambiente) e quelle venatorie si occupano della gestione della fauna selvatica non residente nelle aree protette grazie al proprio volontariato, tramite i propri tecnici e varie forme di impegno umano e finanziario. La differenza, fa capire l'autore, è che i cacciatori pagano sempre e comunque con le proprie tasche (La Nazione).