Riceviamo e pubblichiamo:
Il 5 giugno negli uffici della Regione Piemonte è stato riunito il così detto “tavolo consultivo di coordinamento per la gestione faunistico-venatoria”, creato dall’Assessore Giorgio Ferrero con lo scopo di affrontare tematiche relative alla materia, o…forse anche solo per sopperire alle evidenti manchevolezze che hanno portato alla redazione del pessimo calendario venatorio 2015/16.
Erano presenti rappresentanti delle Associazioni Agricole, di quelle Animaliste e Ambientaliste, di ATC e CA e, naturalmente, anche delle Associazioni Venatorie.
L’incontro era l’ultimo della serie, preceduto da diversi altri tutti volti a cercare di ottenere dalla Regione Piemonte il rispetto che 27.000 cacciatori sanno di meritare, e rivendicano con forza.
Prima di quel giorno eravamo stati molto chiari, precisando come la misura fosse colma e la pazienza esaurita: volevamo risposte. Vere.
All’Assessore avevamo posto richieste molto precise, e dunque lui avrebbe dovuto raccontarci come intendesse modificare il peggior calendario di sempre della storia venatoria piemontese, e come risolvere il problema dei danni da fauna selvatica e del sostentamento economico di ATC e CA. Ma la nostra Regione da un pezzo ha perso la consuetudine al dialogo, imponendo le sue ragioni anche quando le motivazioni appaiono deboli, sono penalizzanti e rispondono solo più a logiche politiche, calcoli di bottega.
Si attaccano violentemente ATC e CA, come accaduto in Provincia di Cuneo, rimarcando il rifiuto di molti di questi ad organizzare la caccia di selezione al cinghiale, forma di prelievo che chiunque conosca anche solo l’ABC di queste cose reputa certo utile ma non sufficiente al controllo delle popolazioni del suide selvatico, e nello stesso tempo si castiga il mondo venatorio imponendogli un folle calendario venatorio, che taglia due settimane di attività venatoria a settembre, proprio nel pieno dei raccolti e quando nella nostra Regione solitamente s’abbattono migliaia d’animali. Un po’ come voler svuotare una vasca da bagno con la tazzina da caffè quando invece basterebbe togliere il tappo!
E poi lo stesso capriolo, specie ormai diffusa un po’ ovunque, e i cui danni aumentano di anno in anno, non risulta compreso tra le specie sottoposte a piani di contenimento dalla Regione, impedendo di fatto le forme di controllo auspicabili dal mondo agricolo.
Si chiede la nostra collaborazione, proponendoci…tavoli di concertazione comune, e poi il 5 giugno ci hanno fatto trovare di fronte niente meno che la Lega Anticaccia, che di dialogo con il mondo venatorio nemmeno vuol sentirne parlare.
Quel giorno, poi, delle tematiche della prossima stagione venatoria s’è detto poco o nulla; nemmeno s’è offerta la garanzia che i miglioramenti al calendario, da noi rivendicati sin allo sfinimento e ritenuti pregiudiziali al proseguimento delle trattative, sarebbero stati ottenuti.
Le Associazioni Venatorie dunque altro non hanno potuto che registrare l’ennesimo schiaffo morale da parte di un Assessore, Giorgio Ferrero, che all’Agricoltura somma pure le deleghe a Caccia e Pesca. Pur…dimenticandolo troppo spesso!
I nostri associati si sentono penalizzati, discriminati nemmeno fossero delinquenti a piede libero.
Il passo successivo, dunque, era non solo necessario, ma ampiamente annunciato: il ricorso al TAR.
L’Assessore lo sapeva benissimo ed ha scherzato con il fuoco, sulla pelle nostra e quella del mondo agricolo, che ora rischia di veder paralizzata l’unica attività che potrebbe offrire conforto e sollievo economico al lavoro di migliaia di coltivatori piemontesi assediati da cinghiali e caprioli: la caccia.
Questa nuova azione legale costringerà noi e la Regione, che già aveva incassato due brucianti sconfitte per ragioni analoghe, ad una costosa causa, facilmente evitabile si fosse usata giustezza e buon senso; i cacciatori piemontesi nulla chiedono in particolare, se non l’essere trattati alla stregua dei loro colleghi di tutte le altre regioni italiane.
E non contenti di spendere altro denaro pubblico ora si vorrebbe anche impedire a soggetti aventi causa, e certo parti lese in questa situazione, di aderire al nostro ricorso presso il giudice amministrativo.
Un comunicato dell’Assessore, che si commenta da se ed ha già dato origine a profondo disappunto e reazioni rabbiose, è stato inviato ieri ai Presidenti di ATC e CA piemontesi, invitandoli a non ascoltare la richiesta delle Associazioni Venatorie di agire unitariamente contro il calendario venatorio.
Ambiti e comparti gestiscono la caccia sul territorio, si occupano di miglioramenti ambientali, prevenzione, ma dovrebbero anche pagare i danni al mondo agricolo; dovrebbero, perché dalla Regione questi fondi non giungono, non vengono trasferiti. All’interno dei Comitati di Gestione le Associazioni Venatorie hanno sei rappresentanti, ma altri sei li nominano le Associazioni Agricole, e dunque basterebbe una sana collaborazione per affrontare da subito tutte queste problematiche. Anche a dispetto di una politica miope ed inefficace.
Federcaccia Piemonte non ci sta, ed insieme ad altre Associazioni Venatorie riconosciute ai sensi della l.157/92, ha incaricato l’Avv. Prof, Paolo Scaparone di tutelare le ragioni dei cacciatori piemontesi avanti all’organo giudicante amministrativo.
Federcaccia Piemonte vuole collaborare con il mondo agricolo, l’ha sempre voluto, ed ora chiede alle Associazioni Agricole di poter stabilire insieme norme e condizioni, discutere di attività venatoria e piani di contenimento, fare pressione assieme a lei sulla Regione affinché venga affrontato e risolto in maniera definitiva il problema dei danni agricoli.
Questo poi già lo si potrebbe fare, e noi l’abbiamo proposto all’Assessore, suggerendo venga destinata gran parte della tassa regionale direttamente all’ATC o il CA, che così avrebbero in cassa le risorse per rimborsare integralmente i danni agricoli, in forma diretta e senza troppi lacci o lacciuoli. In Piemonte manca ancora una legge regionale sulla caccia, e non certo per colpa nostra, impantanata com’è tra uffici regionali, pareri legali e chissà quali altri conforti politici; la vogliamo in fretta e crediamo che questa debba essere uno strumento indispensabile, anche atto a risolvere i problemi del mondo agricolo.
Federcaccia Piemonte chiede rispetto, lo chiede per se e per tutti i cacciatori piemontesi, gente per bene che vuole solo poter esercitare in pace la propria passione.
Al mondo agricolo altro non abbiamo da raccontare, voi ben lo sapete come un buon raccolto lo si ottenga solo se prima s’è dissodato bene il terreno e lo si è concimato a sufficienza; ma sapete anche come a…seminar vento poi si raccolga solo tempesta. La Regione questo non l’ha ancora capito!
In considerazione delle problematiche sopra esposte, e dell’urgenza d’addivenirne a rapida soluzione, sarebbe buona cosa costituire un Gruppo di lavoro tra le Associazioni Agricole e quelle Venatorie che hanno manifestato contrarietà e disagio di fronte alle continue restrizioni alla loro attività operate dalla Regione Piemonte.
Grazie dunque per la Vostra attenzione, e con l’occasione porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Federcaccia Piemonte