Dopo il ricorso presentato al
Tar del
Friuli Venezia Giulia da alcune associazioni ambientaliste (Lac, Lipu, Lav, Legambiente e Wwf) per fermare l'attività venatoria finché la Regione non adempierà agli obblighi di legge, ovvero l'approvazione del Piano faunistico venatorio, l'assessore regionale alla caccia
Paolo Panontin, illustra le azioni possibili: “la procedura di
Valutazione ambientale strategica (Vas) dovrebbe chiudersi entro questo mese. A quel punto saremo pronti per l'
approvazione definitiva del Piano faunistico, azione che farebbe decadere la proroga degli atti gestionali e con essi il motivo del ricorso”.
A fianco della Regione – si legge su Il Gazzettino Friuli – c'è anche la Federcaccia. Il suo Presidente, Paolo Viezzi, giudica “intempestiva” la richiesta di sospendere la stagione della caccia dato che questa è iniziata il 15 maggio e l'assenza del Piano faunistico non ha determinato l'assenza di una programmazione utile alla gestione della fauna. Infatti, afferma Viezzi, “le consistenze delle diverse specie sono tutte in incremento costante negli ultimi nove anni e i dati sono stati oggetto di verifiche e pubblicazioni. Per esempio il camoscio è passato da una popolazione di 5.763 unità nel 2006 a 8.533 nel 2014 nonostante il prelievo da parte dei cacciatori; il capriolo è passato nello stesso arco temporale da 22.484 a 26.084 unità; il cervo da 5.237 a 8.278 e la lepre da 36.403 unità a 40.784”.