Riceviamo e pubblichiamo:
Il giorno 15 giugno 2015 è stato depositato l’annunciato ricorso contro il calendario venatorio 2015/16 approvato dalla Giunta della Regione Piemonte il 13 aprile 2015.
Le scriventi Associazioni avevano immediatamente manifestato la propria contrarietà verso un calendario incomprensibile, non concordato con il mondo venatorio e subito definito il peggiore di sempre, e che poneva per l’ennesima volta i cacciatori piemontesi all’ultimo posto tra gli appassionati italiani, penalizzati da limitazioni che non avevano alcuna ragione o riscontro tecnico-scientifico ed un ingiustificato ritardo nell’apertura della stagione di caccia.
Esperiti vari tentativi di accordo, volti ad ottenerne la modifica, ma tutti rivelatisi vani, non restava dunque che la strada della giustizia amministrativa.
ANUU Migratoristi, Italcaccia, FIDC, Enalcaccia, EPS, ANLC, a rappresentare la quasi totalità dei cacciatori piemontesi, ed un cospicuo numero di Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) e Comprensori Alpini (CA) della Regione Piemonte, si sono così rivolti al noto legale torinese Avv. Prof: Paolo Scaparone che già nell’ultimo anno aveva inflitto pesantissime sconfitte agli amministratori di Piazza Castello nella così detta vicenda “pernice bianca”, definitivamente chiusa con una schiacciante doppia vittoria dei ricorrenti sulla Regione, condannata anche a risarcire le spese e pagare eventuali danni.
Le scriventi Associazioni Venatorie hanno conferito con l’Assessore Giorgio Ferrero, comunicando la loro intenzione di adire a vie legali, ma segnalando nel contempo la loro disponibilità a proseguire in trattative che possano portare a modifica e miglioramento del calendario venatorio. Qualora venisse raggiunto un accordo ritenuto soddisfacente per i cacciatori piemontesi il ricorso verrà immediatamente ritirato, diversamente toccherà nuovamente al TAR Piemontese esprimersi per dirimere la questione.
Prosegue così il cammino di un mondo venatorio piemontese ancora compatto intorno a quei valori che sempre l’hanno contraddistinto, e doverosamente rispettoso verso coloro che con sacrificio ed impegno, anche economico, esercitano l’attività venatoria sul territorio regionale contribuendo in maniera determinante alla gestione del medesimo.