Ci giunge un'altra segnalazione di nidificazione di beccaccia risalente alla metà di aprile, la seconda nel giro di due anni nella stessa area geografica. Ce lo comunica l'Unione Cacciatori Marradesi: si tratta infatti nuovamente dell’Appennino tosco-romagnolo, al confine tra il comune di Marradi (provincia di Firenze) e la regione dell’Emilia-Romagna, a un'altitudine di circa 300 m/slm.
Il sito si presenta come terreno molto pendente in una pineta abbastanza vecchia e molto rada con un buon sottobosco di ginestre e giovani frassini; al momento del ritrovamento, la beccaccia si è involata quasi da sotto i piedi di colui che l'ha avvistata, intento a setacciare il terreno in cerca di funghi. Il soggetto, fingendosi ferito davanti al “disturbatore”, ha svolazzato giù per la balza adiacente la deposizione, probabilmente cercando di distogliere l’attenzione dal nido, ricavato adagiando sul terreno foglie secche e aghi di pino, a formare un “cestino” di una ventina di centimetri di diametro. Sono così rimaste scoperte quattro piccole uova, dall’aspetto di una piccola pera di un bel colore beige abbondantemente picchiettato di grigio e marrone, assai mimetizzate al suo interno.
Dopo circa venti giorni, come suggerito dagli esperti del Club della beccaccia, siamo tornati a monitorare la schiusa: sul nido erano rimasti i frammenti di gusci, ad occhio sembrerebbe perciò una schiusa ben riuscita ma dei pulcini nessuna traccia. La forte aridità del terreno, farebbe ipotizzare che la madre li abbia spostati in zone più umide e quindi accoglienti per la reperibilità di cibo.