È una cattiva idea per
Federcaccia quella dell'istituzione di un
Comitato per la tutela dell'ambiente e della caccia nella provincia di Perugia. Secondo la più importante organizzazione venatoria, il compito di tutelare gli interessi di ambiente e caccia
spetta già alle associazioni venatorie costituite e riconosciute dallo Stato. L'idea di questo nuovo organismo sarebbe stata lanciata all'assemblea dei cacciatori di San Martino in Colle, durante la quale la Fidc, attraverso il presidente provinciale Alessandro Barbino, aveva già espresso la sua contrarietà ricordando che la legge italiana identifica e riconosce “soggetti
giuridici ben definiti, cui spetta la tutela della figura del cacciatore”: le associazioni venatorie, che in Umbria – viene ribadito dalla Fidc - hanno sottoscritto all'unanimità il
Piano faunistico regionale in attesa di approvazione, il quale, invece,
sarebbe già oggetto di critiche da parte del presunto neonato comitato. Il comitato propone
diverse metodologie per il ripopolamento e
l'apertura della caccia alla stanziale già dai primi di settembre, quest'ultima ritenuta dalla Fidc cosa priva di logica tecnica e scientifica “Non siamo disposti a svendere la stanziale nobile, cioè la caccia più in difficoltà in Italia, subordinandola alla selvaggina migratoria o al cinghiale”.