Sulla caccia di selezione al cinghiale così come disposto dall'amministrazione provinciale, la ANLC di Siena fa sapere che non ci sta.
“La legge 157/92 - si legge in un comunicato - sancisce che 'la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato' e quindi anche il cinghiale, ma in Provincia di Siena tutti i provvedimenti emanati, in particolare l'ultimo, autorizzano la gestione della caccia di selezione al cinghiale alle squadre anche nelle zone non vocate”. Di fatto, affermano, si stabilisce il diritto esclusivo di caccia al cinghiale per le stesse.
L’Amministrazione Provinciale con D.D. n. 830 del 20/03/2014 ha chiesto alle AA.VV. di organizzare corsi per la caccia di selezione al cinghiale, corsi che sono costati ai partecipanti 100 euro e prevedevano la frequenza a 4 giorni di lezioni serali con relativo esame d’idoneità.
Questi cacciatori - dicono all'ANLC - sono stati esclusi dalla caccia per la quale sono stati abilitati; possono partecipare solo se iscritti alla squadre di caccia al cinghiale, pagando ulteriori quote d’iscrizione (annuali) e l’obbligo di partecipare ad almeno al 30% delle braccate che le squadre andranno a fare nella prossima stagione venatoria, per poter mantenere l'iscrizione alla squadra.
“Ma il lato peggiore e preoccupante - concludono - è quello della sicurezza. Con questo ultimo provvedimento che ha demandato l’intera gestione del cinghiale alle squadre, può capitare che nella stessa zona di sparo possano essere presenti contemporaneamente sia il cacciatore di selezione al cinghiale sia il cacciatore di selezione ai cervidi e bovidi, 'senza che l'uno sia al corrente della presenza dell'altro'.
Auspicano pertanto che venga tutto riordinato in un unico provvedimento per la caccia di selezione ai cervidi, bovidi e cinghiale, e demandato ai già esistenti distretti di competenza.