Ieri, 30 giugno, il Consiglio regionale della
Lombardia ha approvato la legge che attua la riforma Delrio sugli enti locali. In particolare il provvedimento sancisce la
suddivisione delle competenze tra Regione e Province e assegna alla Provincia di
Sondrio delle specifiche forme di autonomia, in relazione al fatto che il suo territorio è totalmente montano. Alle altre Province lombarde resteranno tutte le attuali competenze, tranne quelle su
agricoltura, foreste, caccia e pesca, che passeranno alla Regione, così come le decisioni su concessioni idriche, dighe, destinazione transfrontaliera dei rifiuti e risorse geotermiche.
Il testo, di cui è stato relatore il presidente della commissione Affari istituzionali Stefano Carugo (Ncd), è passato con il sì della maggioranza, l'astensione dei gruppi di centrosinistra e il no del M5S. Il presidente del Gruppo Forza Italia in Consiglio, Claudio Pedrazzini, dopo l'approvazione in Aula della riforma ha sottolineato: “Con questa legge prevediamo, tra le altre cose, un nuovo ruolo per l'ex polizia provinciale, in particolare nel campo della vigilanza faunistica e ittico-venatoria”.
Un critico giudizio è arrivato da Gianantonio Girelli (Pd), secondo cui la Regione ha preso “decisioni poco territoriali e tanto centraliste”. Gli emendamenti portati in Aula da Girelli chiedevano il mantenimento delle deleghe su due ambiti specifici: la caccia e la pesca. “Tanto per far chiarezza stiamo parlando di 24mila cacciatori e 44mila pescatori - ha ribadito Girelli -. Un territorio grande come quello della nostra provincia ha necessità di un filtro politico, che d'ora in poi non sarà più a Brescia, ma a Milano, dove i ragionamenti e le logiche sono ben diverse.
Anche il Presidente della Provincia di Brescia Pier Luigi Mottinelli ieri si era appellato alla Regione per lasciare le competenze di caccia e pesca alla Provincia, riconoscendone la specificità territoriale, non paragonabile ad altre province lombarde (bresciaoggi.it).