I settori orobici protestano contro il
calendario venatorio del Comprensorio alpino di caccia di
Sondrio. In un comunicato condiviso, si legge sul
Giornale di Sondrio Centro Valle, fanno sapere che “il nuovo calendario, mentre mantiene sostanzialmente le date della scorsa stagione per il versante retico, le stravolge in modo sostanziale per i settori orobici soprattutto per quanto riguarda le specie
capriolo e
cervo.
Non si capisce la ratio di due calendari diversi per Retiche e Orobie essendo i territori climaticamente e biologicamente omogenei nonostante la diversa esposizione, anzi per la verità si dovrebbe anticipare l'apertura e la chiusura sul settore orobico, più soggetto alla permanenza della neve e non protrarre l'attività venatoria fino al 12 dicembre, un mese oltre le consuete chiusure”.
Infatti, nei settori orobici, nei periodi di innevamento, la caccia al cervo diventa sempre più difficile, i gruppi si spostano dalle aree abituali e l'area cacciabile diviene sempre più ristretta con il rischio di concentrazione di cacciatori nei territori meno innevati e più facilmente raggiungibili. Poiché a fine ottobre inizio novembre i maschi di capriolo perdono il palco, in certe situazioni il cacciatore può essere tratto in inganno nel determinarne il sesso. Madri e piccoli tendono da metà ottobre a rimanere nel bosco e ad allontanarsi tra loro e questo facilita l'abbattimento di femmine lattanti, ancorché tollerate.
Pertanto “i coordinatori, consiglieri di settore e i cacciatori del versante orobico, poiché non hanno rilevato da parte del Comitato alcun cenno di apertura, auspicano che i competenti organi provinciali correggano la scelta imposta”.