La
Regione Friuli Venezia-Giulia, contro la proliferazione dei
cinghiali, ha deciso per l'
abbattimento fino al 150% della popolazione censita in fase pre-riproduttiva. L'atto di indirizzo, su proposta dell'assessore
Paolo Panontin, prevede la possibilità, previ aggiornati censimenti, di chiedere ulteriori quote di abbattimento, a condizione tuttavia che almeno il 75% del piano “ordinario” sia stato già realizzato. Si tratta di un provvedimento che fa “da ponte” fra la vecchia disciplina e quella indotta dal Piano faunistico regionale, già varato ma in attesa dei vari piani attuativi a livello distrettuale.
Le percentuali di abbattimento per le altre specie (a condizione che la popolazione stimata sia almeno pari a quella considerata ottimale) sono le seguenti: camoscio 15%, cervo, daino e muflone 33% della popolazione censita esclusi i nuovi nati, coniglio selvatico e pernice rossa 100% della popolazione censita, starna 40% con l'esclusione di operazioni di immissione per la stagione venatoria, fagiano comune 40% della popolazione naturale nel periodo di tarda estate, lepre comune 60% della popolazione pre-riproduttiva e capriolo 40% della popolazione censita nell'anno. Per quest'ultimo esemplare la Regione osserva che “tale percentuale corrisponde agli incrementi massimi possibili per la specie in territori ottimali”.
Animali come il cedrone o il forcello vengono tutelati permettendo di prelevare al massimo il 10% della popolazione censita in periodo tardo-estivo. È infine prevista la sospensione del prelievo venatorio per la lepre bianca, trattandosi di una specie caratterizzata da un tasso di natalità non elevato (Il Gazzettino Friuli).