Riteniamo opportuno rispondere al comunicato stampa del
Coordinamento Associazioni Venatorie Piemontesi del 16 luglio u.s..
Le associazioni che vi aderiscono rappresentano gran parte dei cacciatori piemontesi pertanto, detto coordinamento – dichiara nel comunicato il Presidente Regionale,
Lino Rava – merita attenzione, al di là delle intemperanze che a volte lo contraddistinguono. Arcicaccia lo rispetta, come rispetta le Istituzioni Pubbliche. E’ difficile, però, pensare ad un coordinamento senza vita democratica, dove si decidono “espulsioni” senza alcun confronto. Ma al momento non è un problema nostro!
Ovviamente non ne condividiamo gli atteggiamenti e le decisioni. Di fronte ad un calendario venatorio che, fin dall’inizio, non abbiamo condiviso ed è da cambiare, abbiamo da subito affermato che non ritenevamo opportuna un’ennesima trafila giudiziaria per risolvere i problemi.
Questa nostra posizione - e non sappiamo cos’altro - è stata tacciata di “gravi comportamenti assunti dalla dirigenza di Arcicaccia”.
Il ricorso al TAR delle altre associazioni venatorie, quando vi erano ancora margini di trattativa e di disponibilità dichiarata dell’Assessore Ferrero, è stato, secondo noi, un grave errore che ha danneggiato tutto il mondo venatorio in quanto, al posto del confronto, ha privilegiato lo scontro con l’Istituzione Regionale e ha prodotto una Ordinanza del TAR molto al di sotto di quello che avremmo potuto ottenere con il dialogo.
Troppo spesso si sceglie la via più semplice: quella dello scontro, politico o giudiziario che sia. Riteniamo che questa non sia la strada; ci siamo confrontati all’interno del nostro Consiglio Regionale ed abbiamo assunto la decisione di continuare il confronto con l’Assessore Ferrero; confronto, peraltro, che, ribadiamo, potrebbe portare risultati superiori a quelli previsti dall’Ordinanza del TAR.
Il nostro Presidente Onorario Mario Bruciamacchie, a cui confermiamo la massima stima, si è sobbarcato la maggior parte del lavoro svolto nell’ultimo anno dal coordinamento.
Il fatto di averlo escluso con decisione unilaterale del coordinamento dal tavolo consultivo Regionale, è stato l’atto che ha comportato la fine di un percorso comune di Arci Caccia all’interno del coordinamento.
Quanto “ decretato” dal coordinamento e riportato nel comunicato stampa è, quindi, del tutto inutile e superfluo e indice di una certa isteria comportamentale.
Comunque noi continueremo a lavorare e ad impegnarci nel merito delle questioni, senza essere intimoriti da questi atteggiamenti; anzi, lavoreremo con più energia per portare trasparenza nel mondo chiamato al governo dell’attività venatoria.
Vogliamo innanzitutto garantire che gli ATC e CA siano luoghi al servizio di tutti i cacciatori, di tutti gli agricoltori, di tutti coloro che lavorano per un ambiente sostenibile a prescindere dall’associazione a cui sono iscritti.
I cacciatori che ritengono di praticare una passione senza condizionamenti vari, ma con un atteggiamento razionale e responsabile, in Arci Caccia possono sempre avere un interlocutore al di là della loro associazione di appartenenza.