Riceviamo e pubblichiamo:
Federcaccia Bergamo, di fronte a quanto accaduto alla Sagra degli Uccelli da Canto di Pontida, non può che esprimere il proprio rammarico per i fatti avvenuti, sebbene, more solito, la notizia venga faziosamente presentata dal solito gruppo di animalisti sugli organi di informazione.
Per quanto il passaggio alle vie di fatto da parte di un espositore sia stata una reazione ad un calcio nel ginocchio e a titoli poco pacifici rivolti al malcapitato e ai sui famigliari da parte dei pacifici animalisti, non si può che criticare il gesto.
Si devono le prendere le dovute distanze da un pugno sferrato da parte di un partecipante alla Sagra (per la cronaca, non risulta fosse un cacciatore, né un tesserato di associazioni venatorie, ma un mero appassionato allevatore di uccelli).
Tuttavia non deve succedere che un gruppo di esagitati possa interrompere senza conseguenze una festa di paese, per di più in proprietà privata, con insulti, minacce, provocazioni e atti di violenza, con l’intento di provocare una reazione dei cacciatori.
Forse la gente comune reagirebbe per molto meno a tanta inciviltà, ma i cacciatori non sono gente comune e non possono nemmeno manifestare solidarietà per quanti sono stati aggrediti e insultati per coltivare una passione consentita dalla legge e su cui campano ancora molte famiglie in Italia per l’indotto economico. Anche se ci toccano la mamma, non possiamo beneficiare della recente autorizzazione papale.
Perché a chi appartiene al mondo della caccia è vietata ogni forma di reazione.
I cacciatori, tacciati di essere violenti e assassini, vengono puntualmente provocati sino allo sfinimento per cadere nella trappola di una reazione filmata: devono sempre subire insulti di ogni genere senza rispondere, per paura di perdere la licenza di caccia.
Quando ci sputano addosso o ci gridano in faccia che siamo degli assassini, dei pervertiti, che le nostre mogli o fidanzate o figli o madri sono delle puttane, che i nostri figli si drogano, quando veniamo paragonati a Pacciani, al massimo possiamo abbozzare un sorriso e ringraziare.
Non ci resta che rivolgerci ai Tribunali, nella speranza che la prescrizione non arrivi prima della giustizia.
E sarà cura della Federcaccia che ogni reato commesso dal gruppo di facinorosi che ha assaltato la Sagra di Pontida venga perseguito penalmente: dalla semplice ingiuria sino alla violazione della proprietà privata e al danneggiamento, e all’organizzazione di una manifestazione senza previa autorizzazione prefettizia.
Ma a questo punto chiediamo che ad ogni manifestazione venatoria ci sia un congruo schieramento di forze dell’ordine per evitare che si verifichino fatti come quello di Pontida.
Lo chiediamo per difendere i cacciatori dagli insulti e dalle provocazioni, e magari per difendere gli animalisti dalla possibile reazione della gente comune: sia le uova di Ardesio (fiera delle capre pochi mesi fa) che le castagne di Pontida sono prodotti della Madre Terra tanto cara ai vegani di 100% Animalisti arrivati da parte di chi la licenza di caccia nemmeno l’ha mai richiesta.
Lorenzo Bertacchi -
Il Presidente Provinciale