La nuova formulazione dell'articolo 5 del Decreto-legge 78, pur con molte incognite, modifica parzialmente la previsione iniziale del testo governativo, che contemplava la completa polverizzazione dei corpi e servizi di polizia provinciale, destinandone il personale esclusivamente ai compiti di “vigili urbani”, attraverso incerte e disordinate procedure di mobilità verso i Comuni, a seconda dei vuoti di organico nelle polizie municipali.
Ora il nuovo testo prevede che Province e Città Metropolitane individuino il proprio personale di polizia locale necessario per le funzioni fondamentali di tutela dell'ambiente e regolazione della circolazione stradale; le leggi regionali da emanare entro il 31 ottobre dovrebbero riallocare altro personale di polizia provinciale per le funzioni trasferite, come ad esempio la vigilanza su caccia e pesca (materie su cui varie Regioni hanno già riassunto le competenze in precedenza delegate agli enti di area vasta). Resta però l'assurdità di destinare alle polizie municipali il personale di polizia provinciale che entro il 31 ottobre non dovesse essere stato individuato come indispensabile per le province o non riallocato dalla Regioni presso le proprie strutture.
L'Associazione Italiana Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale (AIPP) si batte da tre anni per evitare la dispersione di questo patrimonio professionale, sostenendo che il personale delle Province con funzioni di polizia locale deve seguire le funzioni eventualmente ricollocate ma non essere destinato a ruoli avulsi dalla propria formazione e specializzazione.