Venerdì 7 agosto 2015 presso i locali dell'Unione Sarda a Cagliari, il Consigliere Regionale On. Modesto Fenu ha presentato la proposta di legge: "Testo unico sulle biodiversit�naturali e sulla programmazione, tutela e valorizzazione delle risorse naturali rigenerabili"
RELAZIONE DEL PROPONENTE
La presente proposta di legge affronta in modo ampio l'improrogabile necessità di tutela delle risorse naturali rigenerabili in un'ottica di valorizzazione e prelievo delle stesse in modo eco sostenibile e nel rispetto delle tradizioni e popolazioni locali nonché degli interessi delle future generazioni, con l'obiettivo di valorizzare opportunità occupazionali ed economiche ancora inesplorate in Sardegna. Si intende inoltre far fronte alla carenza di politiche di gestione e valorizzazione delle acque interne della Sardegna.
Nella trattazione specifica dei titoli, il primo mira alla tutela delle biodiversità naturali, della flora e della fauna della Sardegna, provvedendo alla protezione e gestione ma anche alla sua valorizzazione, sia come risorsa naturale rigenerabile sia in chiave turistica in territori che necessitano di particolare sviluppo economico e occupazionale. Nella presente sezione, e in tutta la trattazione della legge, si introducono elementi che pongono ordine nella normativa in vigore rendendola funzionale. Per tale motivo riteniamo che tale legge sia da considerare Testo Unico. La proposta si pone anche l'obiettivo di mettere ordine sulle competenze in materia di caccia e pesca introducendo una nuova Direzione Generale specifica che fa capo ad un unico soggetto - la Presidenza della Giunta Regionale o un unico Assessorato - evitando così un'inutile (quanto sterile e dannosa) frammentazione delle competenze sia sulla caccia e la pesca sia in materia di gestione ripopolamento della flora e della fauna.
Inoltre si affronta un tema caro alla Sardegna, in considerazione del fatto che le attività di fruizione delle risorse naturali rigenerabili fanno parte della tradizione del popolo sardo. Infatti, le decine di migliaia di appassionati rappresentano una straordinaria risorsa per la Sardegna nella tutela dell'ambiente e nel presidio del territorio. Si introducono dunque i concetti di Cacciatore custode della fauna selvatica e sentinella dell'ambiente, del Pescatore custode e sentinella della fauna ittica e della qualità delle acque, in un'ottica di valorizzazione di queste risorse umane - anche nella lotta agli incendi, agli inquinamenti ambientali e per contrastare e sconfiggere epizoozie come la peste suina e limitare i danni alle colture agricole da fauna selvatica - con l'obiettivo di salvaguardare le future generazioni.
La seconda parte del disegno di legge regolamenta la fruizione e raccolta delle risorse naturali e rigenerabili e dei frutti spontanei, salvaguardando il mantenimento della biodiversità caratteristica della Sardegna e tentando di porre delle normative volte a preservare le specificità dell'ambiente isolano. Inoltre viene introdotto nel quadro normativo regionale una figura professionale mancante, e non riconosciuta, come l'Imprenditore Agricolo Forestale, anche al fine di valorizzare e regolamentare le attività economiche dei numerosi fruitori professionali delle risorse naturali rigenerabili.
Il titolo terzo disciplina il governo del territorio, la protezione e gestione della fauna selvatica, dettando le regole per un corretto, equilibrato e sostenibile prelievo venatorio volto a custodire l'ambiente della Sardegna, con una pianificazione che porti a valorizzare la funzione turistica venatoria della nostra Isola. La legge inoltre rimarca con forza la specificità del clima e dell'ecosistema isolano della Sardegna, molto più simile a quello della vicina Corsica, rispetto alla Penisola italiana ed al Continente Europeo e, in quanto tale, necessita di un approccio legislativo diverso e non mutuato dalle leggi nazionali. Tale proposta di legge è comunque rispettosa degli indirizzi di carattere generale forniti dalla normativa comunitaria e in ottemperanza allo Statuto Autonomo che sancisce per la Sardegna la competenza primaria in materia di caccia e pesca, anche nell'obiettivo di responsabilizzare i cacciatori sul proprio territorio senza necessariamente obbligarli all'assurda - quanto dannosa per l'ambiente sardo - accettazione degli Ambiti Territoriali di Caccia previsti dalla normativa nazionale. La legge inoltre, a seguito della modifica della Convenzione di Washington sulla tutela del cervo sardo, reintroduce la tradizionale caccia di selezione al cervo in Sardegna.
La quarta parte della proposta di legge rappresenta una novità per la Sardegna, con la reintroduzione della falconeria e con la valorizzazione della caccia esercitata con i rapaci. Si tratta di un fatto storico e culturale, appartenente alla nostra tradizione millenaria, oggi riconosciuta come patrimonio culturale dell'Unesco, anche in considerazione dell'importanza economica e occupazionale mondiale che tale pratica venatoria - oggi riscoperta sia in Italia che in altre Nazioni - sta riscontrando. All'interno di questa sezione viene esplicitata molto bene la parte riguardante la salvaguardia e riproduzione dei rapaci a rischio di estinzione della fauna sarda e mediterranea.
Il titolo quinto codifica una regolamentazione e valorizzazione della pesca, con la tutela delle acque interne e costiere. Un passaggio che vuole tutelare e salvaguardare il patrimonio ittico della Sardegna, mettendo altresì delle norme volte a garantire l'attività della pesca nel rispetto dell'ambiente costiero e delle acque interne. Un'innovazione è costituita dall'introduzione della figura del pescatore custode, con una responsabilità ed un ruolo attivo nella tutela della fauna ittica e come sentinella della qualità delle acque. La legge tratta inoltre le potenzialità economiche e occupazionali offerte dalla pesca sportiva e turistica, praticamente del tutto inesplorate in Sardegna.