Riceviamo e pubblichiamo:
Il 10 agosto, con la puntualità richiesta dagli ultimi eventi, la Libera Caccia ha diramato un comunicato stampa dettagliato e di grande chiarezza. Ma evidentemente non è bastato, perché da un paio di giorni il web è invaso da una lettera di protesta “ciclostilata” con la quale si accusa il mondo venatorio di immobilismo e di colpevole connivenza con l’animalismo italico più estremista.
Personalmente e quale presidente di una associazione venatoria LIBERA da ogni condizionamento politico, che ha sempre messo tutta se stessa – non solo la faccia – nella difesa dei cacciatori, ritengo queste critiche profondamente ingiuste e immeritate.
Gli ultimi episodi siciliani: il morto di Cefalù dell’8 agosto e il ferito di Nicosia di ieri, sono finalmente riusciti a svegliare amministratori pubblici e giornalisti, costringendo l’opinione pubblica a prendere coscienza di un problema che i cacciatori hanno inutilmente cercato di sollevare da moltissimi anni. Purtroppo, però, gli stessi fatti di cronaca hanno ridestato anche lo squallido attivismo animalista che con la solita abilità ha rivoltato la frittata affermando che gli abbattimenti non risolverebbero il problema e cercando di scaricare la colpa addosso ai cacciatori.
Presto, in un modo o nell’altro, questo plotoncino di ambientalisti professionisti, alcuni dei quali titolari per dinastia di lauti stipendi dirigenziali, e altri che a vario titolo sbarcano il lunario parlando male dei cacciatori, ci incolperanno anche dell’enorme diffusione di tante specie opportuniste che stanno cancellando la nostra preziosa biodiversità.
E che questi pseudo-esperti siano in perfetta e assoluta malafede lo dimostra il fatto che nessuno di loro accenna al fatto che le criticità maggiori si registrano proprio in prossimità delle aree protette che sono diventate il dormitorio privilegiato e sicuro dal quale cinghiali ed altri ungulati partono ogni notte per le loro pericolose scorribande.
Come al solito, e non solo a chiacchiere come afferma qualcuno, la Libera Caccia ha già dato mandato ai suoi legali di verificare se esistano gli estremi per un esposto contro tutti quelli che stanno speculando su tali episodi, certificando la loro esistenza in vita e soprattutto cercando di dividere il mondo venatorio.
Siamo stufi di questi voltafaccia e dei trabocchetti che ci stanno tendendo e noi della Libera Caccia sollecitiamo tutti i cacciatori italiani a prestare la massima attenzione per evitare di cadere nella trappola di chi cerca di dividerci, mettendoci l’uno contro l’altro, al solo scopo di poter portare a termine la disgustosa opera di pulizia etnica che gli animalisti stanno ostinatamente perseguendo da anni con la complicità di politici, giornalisti e imbonitori televisivi.
Nonostante i piagnistei dei soliti “bambisti” in servizio permanente effettivo, la Regione Sicilia ha approvato nei giorni scorsi una legge che consente l’abbattimento o la cattura di cinghiali e altri animali selvatici e sono certo che altre amministrazioni locali seguiranno molto presto la stessa strada. Una strada inevitabile – che passa anche dagli interventi all’interno delle aree protette e dalla commercializzazione delle carni – perché in molte regioni, soprattutto del nord, sta per scoppiare il bubbone delle anomale popolazioni di cervi, daini e caprioli che, pur non attaccando l’uomo, scorrazzano per campi e strade, causando danni incalcolabili alle produzioni agricole e incidenti stradali di cui è impossibile tenere il conto.
IL PRESIDENTE
Paolo Sparvoli