Ancora polemiche in
Abruzzo sul
calendario venatorio 2015/2016, si legge su
avezzanoinforma.it. L'ex assesso0re alla caccia
Mauro Febbo, oggi presidente della Commissione di Vigilanza, chiede all'assessore regionale
Dino Pepe “come ci si sente ad aver proposto un calendario venatorio completamente massacrato da un
parere Ispra sfavorevole sul 70% del contenuto e che bacchetta in maniera inconfutabile la Regione su passaggi che definire semiprofessionistici sarebbe un eufemismo”.
“La cosa più eclatante” dichiara Febbo “riguarda la Zpe con l’allargamento dei vincoli della zona di presenza stabile dell’orso, la cosiddetta zona C1, non solo a tutto il territorio definito di presenza occasionale - C2, ma anche ad altre aree oggetto di tutela per il plantigrado includendo ampi territori”. Ciò che Febbo chiede all'assessore Pepe è sapere sulla base di quali dati scientifici e di quale relazione tecnica è stata riperimetrata la nuova zona di caccia per la tutela dell’orso da parte della regione Abruzzo.
Secondo Febbo “consegnando agli ambientalisti tutto il futuro del Patom, Pepe e la giunta hanno decretato, in interi territori dell’aquilano, la fine delle tradizionali forme di caccia abruzzesi e hanno bloccato la possibilità di praticare forme meno impattanti di prelievo come la mini braccata. Ma non basta, hanno aggiunto la beffa della traslazione dei periodi dell’attività venatoria a gennaio: “doppia fregatura” sia per l’orso, che per i cacciatori, la maggior parte di quelle zone, infatti, sono innevate a gennaio, altro mese rubato alla caccia senza nessun motivo”.
Inoltre, prosegue il presidente “a leggere la proposta di calendario sembra quasi che si sia svenduto il cinghiale per la lepre, ma a leggere il calendario finale invece si ha la certezza che chi è rimasto fregato è solo il cacciatore cinghialaio”.