Si è dedicata al tema
cinghiali la popolare e seguita trasmissione radiofonica “
La radio ne parla” del canale 1 nazionale nella puntata di questa mattina, 11 settembre, mettendo a confronto mondo venatorio, agricolo e delle aree protette con il presidente nazionale di Federazione Italiana della Caccia
Gian Luca Dall’Olio, il presidente nazionale Cia
Dino Scanavino e il presidente di Federparchi
Giampiero Sammuri.
L’aumento di cinghiali e di altre specie invasive e opportuniste e i danni da questi apportati all’agricoltura – ha dichiarato Scanavino – sono un problema ormai drammatico per il mondo agricolo, cui da sola l’opera, da lui definita meritoria, dei cacciatori non è in grado di fare fronte. Da questo la sua provocatoria affermazione di pochi giorni fa di impiegare l’esercito. Ma è l’impianto normativo a dover essere rivisto, secondo il presidente Cia, dal momento che ci troviamo di fronte a una legge nazionale sviluppata nell’ottica della tutela della fauna e non della sua gestione. Un approccio che deve mutare per poter affrontare e risolvere le problematiche attuali.
Concorde su un necessario e non rimandabile adeguamento normativo il presidente di Federcaccia Dall’Olio, che ha sottolineato come la gestione del territorio debba essere fatta sulla sua interezza, aree protette comprese, dove una volta esauriti tutti gli altri metodi di contenimento e prevenzione non si può escludere l’intervento di cacciatori formati e preparati. Non si parla di caccia come comunemente intesa, ma di azioni mirate di contenimento tramite il prelievo di specie definite, arrecando il minimo disturbo possibile alle rimanenti specie non interessate.
Del resto le metodiche per contenere una specie come il cinghiale – ha ricordato il presidente Federparchi Sammuri – ci sono e sono estremamente semplici. Il parco dell’arcipelago toscano toglie dal suo territorio 1200 cinghiali l’anno. Purtroppo le stesse metodiche non vengono applicate in tutte le aree protette – come ricordato recentemente in una interrogazione parlamentare dall’on. Ermete Realacci – cosa che permetterebbe una diminuzione sensibile della densità delle popolazioni. Il problema – ha sottolineato Sammuri – non è tecnico ma politico-sociale.
Dagli interventi degli ospiti emerge chiaramente insomma che un nuovo modello di gestione del territorio è necessario per affrontare in modo adeguato la questione fauna selvatica per ridurre i danni alle colture agricole, i rischi per l’incolumità dei cittadini e tutelare di fatto la fauna stessa.
I cacciatori sono pronti a fare la loro parte e a mettersi al servizio di società e Istituzioni. A queste creare le condizioni perché possano farlo al meglio e senza inutili e sterili polemiche ideologiche, ma con i principi tecnico scientifici applicati in tutta Europa (Fonte FIdC).